Papa Francesco aggiunge a braccio un saluto per quanti lottano contro la pedofilia: «Questa è una tragedia», dice, «
non dobbiamo tollerare gli abusi sui minori, dobbiamo difendere i minori e dobbiamo punire severamente gli abusatori». Un pensiero, al termine del Regina Coeli va alla Siria, e ai diritti dei lavoratori:
«Ricevo con profondo dolore le drammatiche notizie provenienti dalla Siria, riguardanti la spirale di violenza che continua ad aggravare la già disperata situazione umanitaria del Paese, in particolare nella città di
Aleppo», dice Francesco, «e a mietere vittime innocenti, perfino fra i bambini, i malati e coloro che con grande sacrificio sono impegnati a prestare aiuto al prossimo. Esorto tutte le parti coinvolte nel conflitto a rispettare la cessazione delle ostilità e a rafforzare il dialogo in corso, unica strada che conduce alla pace
». E sul lavoro il Papa ricorda che
«si apre domani a Roma la Conferenza Internazionale sul tema “
Lo sviluppo sostenibile e le forme più vulnerabili di lavoro”. Auspico che l’evento possa sensibilizzare le autorità, le istituzioni politiche ed economiche e la società civile, affinché si promuova un modello di sviluppo che tenga conto della dignità umana,
nel pieno rispetto delle normative sul lavoro e sull’ambiente».
Prima aveva parlato della presenza dello Spirito Santo e aveva invitato la piazza gremita di San Pietro a pronunciare le parole
«Che io ricordi e che io capisca le parole di Gesù». Il Papa esorta a pregare così, prima di leggere il Vangelo
«come vi ho consigliato di fare
» per essere pronti ad ascoltare
«lo Spirito che è in noi
». Nel Regina Coeli papa Francesco sottolinea che
«non siamo soli, e il segno della presenza dello Spirito Santo è anche la pace che Gesù dona ai suoi discepoli: "Vi dò la mia pace". La pace di Gesù sgorga dalla vittoria sul peccato, sull'egoismo che ci impedisce di amarci come fratelli, è dono di Dio
», dice Bergoglio. Nello spiegare il Vangelo di oggi, il Papa ricorda che
«Nel momento in cui sta per fare ritorno al Padre, Gesù preannuncia la venuta dello Spirito che anzitutto insegnerà ai discepoli a comprendere sempre più pienamente il Vangelo, ad accoglierlo nella loro esistenza e a renderlo vivo e operante con la testimonianza.
Mentre sta per affidare agli Apostoli – che vuol dire appunto “inviati” – la missione di portare l’annuncio del Vangelo in tutto il mondo, Gesù promette che non rimarranno soli: sarà con loro lo Spirito Santo, il Paraclito, che si porrà accanto ad essi, anzi, sarà in essi, per difenderli e sostenerli. Gesù ritorna al Padre ma continua ad accompagnare e ammaestrare i suoi discepoli mediante il dono dello Spirito
».
E poi aggiunge che
«il secondo aspetto della missione dello Spirito Santo consiste nell’aiutare gli Apostoli a ricordare le parole di Gesù. Il divino Maestro ha già comunicato tutto quello che intendeva affidare agli Apostoli: con Lui, Verbo incarnato, la rivelazione è completa. Lo Spirito farà ricordare gli insegnamenti di Gesù nelle diverse circostanze concrete della vita, per poterli mettere in pratica. È proprio ciò che avviene ancora oggi nella Chiesa, guidata dalla luce e dalla forza dello Spirito Santo, perché possa portare a tutti il dono della salvezza, cioè
l’amore e la misericordia di Dio. Noi non siamo soli: Gesù è vicino a noi, in mezzo a noi, dentro di noi!».