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martedì 08 luglio 2025
 
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La ribollita sul lavoro di Renzi

Tralasciamo la gaffe incredibile del ministro ombra del Lavoro del Pd, la bionda e boccolosa Marianna Madia, che è andata a illustrare il progetto sull'occupazione del partito presentandosi al ministro dello Sviluppo economico Zanonato, invece che andare dal ministro del Lavoro Giovannini. Il problema però è che per combattere la disoccupazione italiana non basta paragonarsi a Obama, come ha fatto Matteo Renzi. Bisognerebbe, appunto, presentarsi (quando lo si è finalmente trovato) davanti al ministro del Lavoro con un piano organico. Invece, come fa notare anche il giuslavorista Michele Tiraboschi, le proposte del sindaco di Firenze sono generiche, confuse, anche un po' contraddittorie. Un mix di proposte sul lavoro, prese qua e là, che cancella l’apprendistato, i contratti a termine, i contratti di inserimento, i contratti flessibili negli orari di lavoro, per inserire questo contratto a tempo indeterminato, che però indeterminato non è.

Se infatti per combattere la flessibilità e i contratti a tempo determinato si propone un contratto unico a tempo indeterminato, ma che può essere risolto in qualsiasi momento dal datore di lavoro con il pagamento di una piccola penale, dove sta l'indeterminatezza? E poi come si fa a proporre un contratto unico per tutti, pubblico e privato, per il lavoro manuale e quello intellettuale, per la piccola impresa e per la multinazionale, per l'artigiano e lo studio di avvocati, per i mille settori in cui si divide il lavoro in una società postmoderna e tecnologicamente avanzata come la nostra? E infatti in questi giorni molti sostengono,  a cominciare dallo stesso ministro Giovannini, che dietro il roboante piano obamiano (si fa per dire) per l'occupazione si nasconde una ribollita di poche idee, ma confuse.  Insomma, per sintetizzare: partenza infelice. Non è che - finita la sbornia dell'avvento al potere dei quarantenni -  finiremo per rimpiangere i sessantenni rottamati? Coraggio Matteo, uno sforzo di concretezza. Non è più il momento di illustrare il Paese con gli spot della Nutella.


24 dicembre 2013

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