In questo percorso fra i capolavori della musica sacra si è già detto che l’ispirazione e la motivazione che hanno spinto i grandi compositori a concepire le loro opere divergono da un caso all’altro. Ma, come sostiene un autore d’oggi, Gianvincenzo Cresta, “ scrivere per il sacro significa comunque comunicare con il Divino attraverso la musica”. Gioachino Rossini è molto riluttante nell’affrontare la composizione di uno Stabat Mater, consapevole dell’inarrivabilità del precedente capolavoro di Pergolesi. In circostanze curiose (un prelato spagnolo desiderava possedere un suo autografo) il Pesarese inizia però la stesura di una pagina la cui teatralità è adattissima ai grandi interpreti delle sue opere liriche, come mostra questo video:
Dopo varie vicissitudini Rossini completa la stesura dell’opera (rimasta a lungo incompiuta) e la fa eseguire prima a Parigi e poi a Bologna (con la direzione di Donizetti). E’ un grande successo, per una versione dello Stabat volutamente non mistica. Ma intensa dal punto di vista dell’ispirazione, dell’inventiva e della struttura armonica. Nella quale lo spirito religioso, come è giusto che sia, non si maschera, ma riflette la natura ed il genio dell’Autore.
Giorgio Vitali