Lettura del Vangelo secondo Luca (1,26b-28)
In quel tempo.
L’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te».
Dalla Parola alla vita
La figura dell’angelo domina la pagina di Vangelo di oggi: il messaggero di Dio porta a una donna di Nazaret una serie di notizie stupende. Innanzitutto il saluto pieno di allegria: «Ti saluto», oggi tradotto meglio con «Rallègrati». Un invito a a Maria a disporsi in un atteggiamento di serenità e di letizia. La letizia, per i cristiani, non è un’irenica felicità o un semplice entusiasmo, ma una disposizione del cuore capace di ascoltare le buone notizie che vengono da Dio e dai fratelli, e capace di resistere alla tentazione della tristezza o del sospetto.
L’angelo subito esalta la bellezza di Maria, chiamandola non con il suo nome proprio, ma con l’epiteto: «piena di grazia». L’angelo provoca anche noi a essere “evidenziatori del bene”, a sottolineare il bello che lo Spirito suscita in ogni persona, e a non risparmiare complimenti, soprattutto per la bellezza interiore di chi ci sta accanto.
Infine, questo saluto ricco di gioia si chiude con l’affermazione più importante: il Dio Altissimo, il Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe, è «con te». L’angelo le sottolinea questo proprio perché Maria, come tanti altri “grandi” delle Scritture, ha una missione da compiere.
La solennità di oggi ci ricorda infatti che Maria è stata pensata così, Immacolata, dalla Trinità, perché in lei si compisse il grande mistero dell’incarnazione. Assieme a lei, e per sua intercessione, anche noi impariamo a fare spazio a Dio e a dar carne al Vangelo.
Commento di Chiara Zambon e Matteo De Matteis