In politica si dovrebbe rifuggire dai luoghi comuni. Come quello di un elettorato di dipendenti pubblici scansafatiche garantiti dal Centrosinistra o di quell'altro che parla di un esercito di evasori fiscali grandi e piccoli salvaguardati dal Centrodestra. La storia dei contanti però rischia di portare acqua al mulino del secondo luogo comune. Una delle armi più efficaci per combattere l’evasione è limitarne l’uso, in modo da rendere i pagamenti quanto più tracciabili. Il ministro Saccomanni infatti vorrebbe ridurre l’attuale limite (di mille euro). Ma il Pdl non ci sta e strepita, protesta, contesta. Il ministro (degli Interni!) Alfano propone addirittura il contrario: “Occorre aumentare l’uso del contante e contrastare l’evasione fiscale consentendo di conservare scontrini e fatture e scaricare tutte le spese. In America funziona e funzionerebbe anche qui”.
Peccato che il metodo consentirebbe di continuare gli “inciuci” tra gli evasori e i loro clienti (caro idraulico, fornitore, carrozziere, parrucchiere, io non le chiedo la fattura, e in cambio lei mi fa uno sconticino maggiore della detrazione, così mi risparmia pure la scocciatura di conservare scontrini e fatture). La citazione dell’America, poi, dove manca solo che ti chiedano la carta di credito anche per un caffè, è una foglia di fico fantasmagorica. Ecco perché sulla faccenda dei contanti, ai simpatici ministri del Pdl (che oltretutto - sia detto en passant - hanno come capo un signore condannato in giudicato per frode fiscale), converrebbe ripensarci. Mica per altro, quanto meno per allontanare certi cattivi pensieri.