Ramadan Abdullah Shalal (a sinistra) con Khaled Meshaal.
Dopo gli scossoni della Primavera araba, le alleanze in Medio Oriente non smettono di mutare e riformarsi. Al centro del movimento c'è l'Arabia Saudita, forse il Paese meno toccato ma più impaurito dalla Primavera. La rottura diplomatica con il Qatar, in cui i sauditi hanno portato anche Emirati Arabi Uniti (EAU) e Bahrein, è stata solo l'ultima mossa di un disegno che ha ricompattato le monarchie moderate di Giordania e Marocco, l'Egitto tornato sotto l'egida dei militari e, appunto, Arabia Saudita, Emirati e Bahrein.
Ma poiché in natura ogni azione provoca una reazione, l'attivismo saudita ha messo in moto un grande lavoro per costruire un fronte opposto. Così il Qatar si è riavvicinato all'Iran, già legato da ottimi rapporti alla Turchia di Erdogan, alla Siria di Assad (o quel che ne resta), al Libano di Hezbollah e alle frange più estreme dei palestinesi.
Proprio in questo senso va letta la visita a Doha di un personaggio di cui si parla poco, almeno sui giornali, Ramadan Abdullah Shalal, capo della Jihad islamica palestinese, che proprio nella capitale del Qatar si è incontrato con Khaled Meshaal, leader politico di Hamas. I due si sono trovati per preparare il prossimo viaggio di Meshaal a Teheran, dove dovrebbe addirittura incontrare la Guida Suprema, l'ayatollah Alì Khamenei.
Per capire l'importanza del viaggio basta pensare quali misure, in termini di sicurezza, richieda lo spostamento di un tipo come Shalal, leader della frazione palestinese che solo pochi giorni fa ha fatto partire da Gaza un centinaio di razzi verso le città di Israele. Ma ancor più significativa è la trasferta di Meshaal a Teheran: Hamas, movimento politico ma di musulmani sunniti, si era schierato contro Assad, capo di un regime sciita, mentre l'Iran, come si sa, è il maggiore alleato del dittatore siriano.
Questo significa che il divario politico tra Hamas e gli ayatollah si sta ricomponendo, al punto che i sunniti di Hamas sono ora pronti a schierarsi accanto agli sciiti (Iran, Siria, Libano) contro la gran parte del mondo arabo sunnita. Dietro i due fronti del Medio Oriente, peraltro, non è difficile scorgere le sagome dei due giganti in lotta: gli Usa con sauditi, giordani ecc. ecc.; la Russia con Iran, Siria ecc. ecc. Lo stesso confronto in atto sulla Crimea. Che, a dispetto della distanza, non è affatto un'altra storia.