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lunedì 23 giugno 2025
 
Rito romano Aggiornamenti rss don Gianni Carozza

Sedicesima domenica del Tempo ordinario (anno C) - 21 luglio 2013

Mentre erano in cammino, entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò. Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi. Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».
Luca (10,38-42) 

Come accogliere Gesù

Viviamo agitati e affannati per molte cose. Per questi affanni, che la vita porta con sé, il Signore ci dice che «a ogni giorno basta la sua pena» (Mt 6,34). Non dobbiamo dunque dare eco sproporzionata a tutto ciò che è stanchezza, fatica, imprevisto, dolore... È una virtù anche l’accettazione paziente del quotidiano. Ma l’attenzione di Gesù cade soprattutto su quegli affanni inutili che egli non chiede affatto ai suoi amici, nonostante apparenze diverse. Gesù, durante una tappa dei suoi viaggi, è ospite di Marta e di Maria. È Marta ad assolvere il compito dell’accoglienza.

Il racconto evangelico ci pone così una domanda tutt’altro che banale: come si accoglie Gesù? La risposta scaturisce dal confronto tra l’atteggiamento di Maria seduta in ascolto e quello di Marta distolta dall’ascolto del Maestro perché tutta presa nella doverosa pratica dell’ospitalità. E noi conosciamo così bene la lezione di Gesù da correre immediatamente, veloci e sicuri, verso la conclusione: è meglio ascoltare il Maestro, cogliere questo momento di grazia che «esserne distolti». E così diamo un valore alto all’atteggiamento di Maria che «ha scelto la parte migliore».

Insieme però siamo consapevoli che, quando c’è un ospite, ci si deve impegnare per lui. Certo, se siamo preavvisati prepariamo tutto per tempo. Forse Gesù era arrivato a casa di Marta e Maria all’improvviso, causando urgenze e agitazione tanto che, proprio a motivo della stessa ospitalità e delle sue necessità, Marta finisce per dimenticare l’Ospite! Sappiamo però che le due sorelle vivono sotto lo stesso tetto e devono coesistere nella vita d’ogni giorno. In rapporto a tutti noi di solito diciamo che preghiera e carità, intimità con il Signore Gesù e attenzione ai fratelli non possono essere separate.

Questo brano evangelico ha il suo punto di forza in quella «parte migliore» su cui viene richiamata l’attenzione della generosa Marta, rimproverata precisamente perché distolta dall’ascolto e non perché ospitale verso il Signore. Dunque: come si accoglie Gesù, oggi? Quale vera ospitalità ci viene chiesta per lui? Gesù stesso ci dice che prima viene l’ascolto e solo dopo si può comprendere tutto il resto, arrivando così a intravvedere e incarnare l’immagine del discepolo autentico che imita il Maestro: come Gesù vive anzitutto nell’obbedienza al Padre, così noi dobbiamo vivere anzitutto nell’ascolto della Parola di Dio, che peraltro non sappiamo ancora come e dove ci condurrà.

La vera docilità, «la parte migliore» non sta nel darci da fare per troppe cose (ed è quanto avviene anche all’interno delle nostre comunità ecclesiali): è capire a quali percorsi il Vangelo ci conduce e camminare insieme, da fratelli, verso la meta comune senza presumere di sapere, più di altri e prima di altri, che cosa si deve fare. L’ascolto attento di Gesù e l’obbedienza a quanto ci dice: questa è la via autentica per ciascuno di noi. Ed è via di santità!


17 luglio 2013

 
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