SIMONA, 55 anni, ha una figlia ventenne riconosciuta invalida, ma con percentuale insufficiente per percepire il sussidio. La donna è separata dal marito, andato via da casa senza più farsi vivo. Causa la chiusura della struttura clinica dove lavorava da 24 anni, nel 2010 è rimasta disoccupata e ancora oggi tira avanti con lavoretti saltuari che trova con difficoltà. Non avendo possibilità di pagare l’affitto, coabita in un seminterrato con la sorella nubile. L’unica entrata fissa è quella del lavoro part-time di questa sorella, che non può certo sanare i debiti accumulati per sopravvivere ed evitare la minaccia di sfratto. Solo un aiuto esterno può evitare che a queste 3 donne venga a mancare anche un tetto sotto cui vivere.