Una volta, quando ero piccolo e innocente, mi facevano credere ai miracoli, ora ho più di 90 anni e non ne ho visto nemmeno uno. Se ci fosse davvero il Dio dei miracoli almeno in questi casi di pandemia dovrebbe farsi sentire. Invece non succede niente. Allora posso dire con certezza che Dio non c’è. Non c’è la Madonna, non c’è niente di quello che da piccolo i preti andavano dicendo. Erano tutte balle per far bella vita senza lavorare e non bagnar la camicia. Per favore, scrivete la verità. Siamo vicini alla fine del mondo e non ci salverà nessuno. Dov’è il Salvatore in cui ci avete fatto credere sempre?
LETTERA FIRMATA
Caro amico, le tue parole sono tristi, colme di amarezza. E di paura, per una presunta e imminente fine del mondo. In fondo, però, desideri un Salvatore, un intervento divino, un “miracolo”. Solo che ormai sei disilluso: non hai mai visto, nella tua lunga vita, eventi straordinari, e piuttosto hai notato scarsa coerenza in chi predica Dio e poi pensa solo a se stesso. Non pretendo di farti cambiare idea con dimostrazioni teologiche o fatti che contraddicono le tue convinzioni. Perché in realtà hai ragione: non esiste il “Dio dei miracoli”. Il Padre che Gesù ci ha rivelato è un Dio che ci ama e ci insegna la via dell’amore per essere felici, liberi dalla tristezza e dalla paura. Scriveva san Paolo: «Mentre i Giudei chiedono i miracoli e i Greci cercano la sapienza, noi predichiamo Cristo crocifisso» (1Cor 1,22-23). Il crocifisso ci mostra il vero volto di Dio: amore fino alla fine, fino a dare la vita. Anche in questo tempo di pandemia Dio non interviene dall’alto come un burattinaio, ma ci indica la via per reagire bene. Rileggere la meditazione di papa Francesco durante la preghiera straordinaria del 27 marzo scorso. È partito dal grido angosciato dei discepoli a Gesù durante la tempesta: «Non t’importa che moriamo?». Gesù risponde: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?». Commenta il Papa: «Signore, la tua Parola stasera ci colpisce e ci riguarda, tutti... Avidi di guadagno, ci siamo lasciati assorbire dalle cose e frastornare dalla fretta. Non ci siamo fermati davanti ai tuoi richiami, non ci siamo ridestati di fronte a guerre e ingiustizie planetarie, non abbiamo ascoltato il grido dei poveri». Il Papa ci invita a guardare «a tanti compagni di viaggio esemplari, che, nella paura, hanno reagito donando la propria vita». E cita «medici, infermiere e infermieri, addetti dei supermercati, addetti alle pulizie, badanti, trasportatori, forze dell’ordine, volontari, sacerdoti, religiose e tanti altri che hanno compreso che nessuno si salva da solo». Ci chiede anche di pensare a «quanta gente esercita ogni giorno pazienza e infonde speranza, avendo cura di non seminare panico ma corresponsabilità», a «quanti padri, madri, nonni e nonne, insegnanti mostrano ai nostri bambini, con gesti piccoli e quotidiani, come affrontare e attraversare una crisi riadattando abitudini, alzando gli sguardi e stimolando la preghiera». Non è un “miracolo” questo amore fatto di preghiera e di servizio? Caro amico, prego per te, perché tu possa ritrovare almeno uno spiraglio di serenità nella tua vita.