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venerdì 15 novembre 2024
 

«Sono una nonna credente con una nipotina femmina e una donna: chiedo diritto di parola nella Chiesa»

Egregio direttore, ho 63 anni, ho frequentato la chiesa da bambina con profonda devozione, venendo da una famiglia profondamente cattolica. A 17 anni le parole della Messa hanno cominciato a perdere di significato, anzi, a farmi un po’ star male: confi teor... A 30, con un bimbo piccolo, ho sentito il bisogno di riaprire quel capitolo: convinta che, se non altro, una cultura cattolica avrebbe giovato alla crescita del mio piccolo, che poi ha trovato un pastore valido e alcuni buoni amici.

Ora sono nonna e mi torna il desiderio di raccontare le storie con cui sono cresciuta. La piccola è femmina. Io non riesco a capire se ho una forma di fede, ma chiedo diritto di parola, anche se non so parlare, come molte donne della mia età.

Circa 25 anni fa, a Correggio, nella giornata missionaria, don Alcide, dopo la lettura del Vangelo, cedette il microfono a una consacrata della Repubblica Centrafricana. Raccontò la sua vibrante esperienza, semplicemente e intensamente. Credetti di poter far pace con la Chiesa.

Non successe mai più. Non succede mai nemmeno nelle parrocchie più sensibili della diocesi. Perché? So bene che i cambiamenti avvengono con una lentezza che non corrisponde alle aspettative, per cui non mi aspetto che ci diano il potere di celebrare, ma almeno quello di parlare... Non mi si risponda che possiamo leggere e cantare perché mi sorge spontanea una parolaccia.

MARIA ENRICA MASCOLI

Cara Maria Enrica, il contesto liturgico in cui quella suora ha preso la parola, cioè durante la Messa, è certamente uno spazio interessante, per quanto dato dalla straordinarietà dell’esperienza raccontata, che bene poteva fungere da commento “vissuto” del Vangelo appena letto.

E, forse, era giustifi cato dal desiderio del parroco di raggiungere una più vasta platea, quella della Messa domenicale, che magari non sarebbe venuta a un incontro serale sullo stesso argomento. Ma nella chiesa i luoghi deputati per parlare, esprimere opinioni e confrontarsi (e, se del caso, perché no?, contestare costruttivamente) sono anche altri: i consigli parrocchiali, le riunioni degli organismi e delle attività parrocchiali, i colloqui personali col parroco, gli appuntamenti anche diocesani per il Sinodo (sono stati ben 50 mila i gruppi diocesani che in questi due anni hanno lavorato!).

Anzi, è proprio lì – nella fase della “narrazione” conclusasi in estate – che è sorta da tanti uomini e donne l’esigenza di un riconoscimento reale del ruolo delle donne all’interno della Chiesa. «Diventa importante individuare forme operative che esprimano chiaramente la piena valorizzazione femminile nella corresponsabilità ecclesiale», si legge nelle Linee guida appena pubblicate.

Perché si passi dalle parole ai fatti occorre che in modo sapienziale tutti (a partire dai sacerdoti) si facciano interpreti docili di questa istanza, che viene dallo Spirito Santo, e che le donne stesse non smettano di rivendicarla, come fai tu ora, perché ciò accada sempre di più.


06 dicembre 2023

 
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