Caro don Antonio, di recente ho letto un suo articolo sullo spreco del cibo nel mondo, che va a danno dei poveri. A tale riguardo, vorrei richiamare la sua attenzione su un argomento per il quale, se riuscisse a sensibilizzare chi di dovere, potrebbe in qualche maniera contribuire ad alleviare la fame nel mondo. Mi riferisco a tutto il cibo che, ogni giorno, si spreca sugli aerei, sulle navi da crociera o nei villaggi turistici di tutto il mondo. Mi chiedevo se lei potesse fare un’azione di sensibilizzazione al fine di destinare queste vivande ai poveri e alle persone più bisognose. Le scrivo questo perché mi capita spesso di viaggiare e noto che sono moltissimi gli sprechi di cibo, anche se intatto e non consumato. Un primo esempio è quando in aereo, in una tratta intercontinentale, avendo fatto presente che io e la mia famiglia non avevamo consumato le vivande ben sigillate che ci avevano consegnato, l’hostess ci ha risposto che, comunque, tutto il cibo ritirato sarebbe stato indistintamente gettato via. Analoghi esempi si ripetono, in proporzioni molto più importanti, sia nei villaggi turistici sia nelle navi da crociera. Se si riuscisse ad abbattere queste barriere mentali, alimentando con ciò che per noi è superfluo persone che ne hanno davvero bisogno, non sarebbe una vittoria per la “polverizzazione” della fame nel mondo, ma sicuramente un primo passo verso la risoluzione del problema.
ALESSANDRO R.
Lo spreco di cibo nel mondo è un così grave scandalo, soprattutto nei confronti di chi muore di fame, da costringere la Francia a varare una legge per multare chi spreca e i grandi magazzini che non donano gli avanzi di cibo invenduto. Purtroppo, anche noi siamo un popolo di spreconi. Compriamo più del necessario e riempiamo oltremisura frigo e dispense, quasi fossimo in tempo di guerra. Cuciniamo più di quanto mangiamo, producendo un eccesso di avanzi. Ogni famiglia spreca circa cinquanta chili di cibo all’anno, pari a otto miliardi di euro gettati nella pattumiera. Per non dire della frutta lasciata nei campi o di quella che si distrugge per calmierare i prezzi al mercato. Per fortuna sta crescendo una nuova sensibilità per un uso più corretto del cibo. E si moltiplicano le iniziative per trasformare gli sprechi in risorse. Come, ad esempio, il Banco alimentare. O il Refettorio ambrosiano che, con il contributo di chef stellati, come Massimo Bottura, riutilizza il cibo avanzato all’Expo di Milano per “alimentare” una mensa dei poveri, con cento pasti al giorno. Nel mondo c’è cibo per tutti. Quel che difetta è un’equa distribuzione.