Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
mercoledì 18 settembre 2024
 
Le regole del gioco Aggiornamenti rss Elisa Chiari
Giornalista

Tamberi vs Schwazer, ma le regole sono regole

La reazione emotiva di Gianmarco Tamberi, campione del mondo indoor di salto in alto, che su Facebook si scaglia contro il possibile rientro di Alex Schwazer in squadra azzurra  (la squalifica scade il 29 aprile 2016), è psicologicamente comprensibile (un po’ meno l’apostrofe ingiuriosa, che si poteva evitare).

E’ anche legittimo ritenere che, siccome lo sport senza regole è un guscio vuoto, sia una buona idea optare per la massima serverità: squalifica a vita alla prima positività. Si tratta dell’opinione più rigida possibile, ma è rispettabile. Altri saranno più favorevoli a un’idea più rieducativa e meno repressiva della pena, ma se ne può discutere.  Di qui in poi. Liberissimi gli atleti, se lo ritengono, di premere sulla federazione internazionale a favore della linea dura.

Il problema, però, è che, nel frattempo,  le regole prevedono che chi ha scontato la propria squalifica per doping, arrivato il nullaosta della Iaaf possa rientrare. Padronissimi di decidere che di qui in avanti ogni dopato accertato sia squalificato a vita, ma se anche cambiassimo domani in questa direzione dovremmo riconoscere che fino a oggi valgono le regole attualmente in vigore: Schwazer ha pagato il suo debito con la giustizia penale (ha patteggiato e collaborato) e sportiva (la sua squalifica è scontata) e per tanto con le regole attuali ha diritto, se la Iaaf mette il timbro, di tornare.

Di fronte a questo ci può stare l’indignazione dei compagni di squadra, ma non ci può stare il fatto che loro o altri pretendano una radiazione ad personam, perché dal momento che non è prevista dalle regole di lì passa il confine sul quale finisce il diritto e comincia l’arbitrio.


29 aprile 2016

I vostri commenti
7

Stai visualizzando  dei 7 commenti

    Vedi altri 20 commenti
    Policy sulla pubblicazione dei commenti
    I commenti del sito di Famiglia Cristiana sono premoderati. E non saranno pubblicati qualora:

    • - contengano contenuti ingiuriosi, calunniosi, pornografici verso le persone di cui si parla
    • - siano discriminatori o incitino alla violenza in termini razziali, di genere, di religione, di disabilità
    • - contengano offese all’autore di un articolo o alla testata in generale
    • - la firma sia palesemente una appropriazione di identità altrui (personaggi famosi o di Chiesa)
    • - quando sia offensivo o irrispettoso di un altro lettore o di un suo commento

    Ogni commento lascia la responsabilità individuale in capo a chi lo ha esteso. L’editore si riserva il diritto di cancellare i messaggi che, anche in seguito a una prima pubblicazione, appaiano  - a suo insindacabile giudizio - inaccettabili per la linea editoriale del sito o lesivi della dignità delle persone.
     
    Pubblicità
    Edicola San Paolo