Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
domenica 03 novembre 2024
 

«Quanti preti stranieri nel confessionale!»

Caro padre, sono un lettore ormai avanti con gli anni e vorrei porle un problema che negli ultimi anni mi torna spesso in mente. Abito in una città del Nord e spesso quando mi avvicino alla confessione trovo un sacerdote straniero. Capisco che questi fratelli sono la nostra salvezza: senza di loro molte chiese dovrebbero chiudere! Ma in confessionale mi sono trovato spesso di fronte a sacerdoti che si limitavano a dare la assoluzione a causa della difficoltà della lingua. Non so che dire! A volte i parroci italiani delegano con molta facilità... Molti anni fa vivevo in una parrocchia domenicana e può capire la differenza e i miei dubbi.

UN LETTORE FEDELE

È sempre più frequente vedere nelle nostre comunità sacerdoti di altre nazioni celebrare la Messa, confessare e amministrare gli altri sacramenti. A volte si tratta di studenti delle università pontificie romane o delle facoltà teologiche italiane che, nelle città dove studiano o altrove nei periodi di vacanza, coprono la carenza di sacerdoti italiani sempre più evidente. Altre volte si tratta di sacerdoti di origine straniera incardinati nelle nostre diocesi o religiosi che operano, come veri e propri missionari, nelle case religiose delle nostre città. Senza di loro tanti servizi al popolo di Dio sarebbero sempre di più difficili e per questo dobbiamo essere loro grati. Occorre anche dire che, data la delicatezza del sacramento e l’importanza di accoglienza, ascolto e accompagnamento – che papa Francesco ha definito «dimensioni essenziali del ministero del confessore» – è necessaria una buona comprensione tra penitente e ministro della riconciliazione. È importante, infatti, che, specie per questo sacramento, se pur in condizioni di comunicazione non ottimali, ci sia sempre una comprensione almeno essenziale da parte del confessore per consentire quello che il rito della riconciliazione prevede come condizione stessa del sacramento: contrizione (che il confessore deve essere in grado di valutare nel penitente per aiutarlo e poi assolverlo), la confessione dei peccati (che deve essere compresa nella sua essenzialità), la soddisfazione (cioè la penitenza commisurata, nella misericordia, ai peccati commessi) e, infine, l’assoluzione


05 aprile 2023

 
Pubblicità
Edicola San Paolo