Antefatto: il 9 settembre si sono tenuti i test d’ingresso per la facoltà di Medicina. Lo stesso giorno il Governo ha annunciato, attorno alle 12.30, dunque a test in corso, che la valutazione non terrà conto del bonus di punteggio derivante dal voto di maturità, fino a quel momento previsto e in grado di determinare uno scarto anche di 10 punti.
E ora chi spiega, senza tirare in ballo i maiali di Orwell, agli aspiranti medici che hanno scoperto i nuovi criteri di valutazione a test appena consegnato, che, contro la presunta retroattività della Legge Severino sulla decadenza dei parlamentari, gli stessi che l’hanno scritta e votata sono pronti a ricorrere alla Corte europea di Strasburgo, alla Corte di Giustizia europea del Lussemburgo, alla Corte costituzionale (una puntatina a Lourdes no?) e che, invece, per il test d’ingresso all’università cambiare le regole in corsa va benissimo?
Ps. Davvero ci voleva la sfera del mago Otelma per prevedere che, in un Paese tra i più propensi al contenzioso legale in Europa, questo formidabile tempismo scaricherà sul Tar una slavina di ricorsi?