È accaduto a Napoli, storia che ha dell'incredibile. Ma che rappresenta bene quello che oggi è un vero problema sui social network, e cioè la privacy. Che è sempre meno una questione di regole stabilite dal fornitore di servizi, che sulla regolazione della privacy lasciano un ampio ventaglio di possibilità, e sempre più una faccenda che attiene al buon senso e alla nostra capacità di comprendere quello si può o non pubblicare su un "social". Insomma, un marito è ricorso contro la moglie che, senza il suo consenso, ha pubblicato su Facebook il loro albun di nozze. Il giudice ha dato ragione al marito e ne ha ordinato la rimozione.
E' stata applicata una legge del 1941, quando Facebook non avrebbero neppure immaginato che un giorno potesse esistere. Lei pubblica sul proprio profilo le foto del viaggio
di nozze che la ritraggono accanto al marito. «Le ha pubblicate senza il
mio consenso», afferma lui in un ricorso al giudice che gli dà ragione e
ordina la rimozione delle immagini, prospettando anche un'eventuale
condanna della donna al risarcimento dei danni.
La decisione è stata
adottata a Napoli dal giudice monocratico del Tribunale civile che ha accolto il ricorso di urgenza.
Soddisfazione è stata espressa del legale del marito, l'avvocato Ciro
Renino e dai legali dello studio che si sono occupati della controversia
giudiziaria: «Si tratta di una decisione inedita, destinata a
costituire un punto di riferimento per gli utenti Facebook». Le foto
pubblicate erano state scattate durante il viaggio di nozze avvenuto una
decina di anni fa e «rimandavano a momenti di serenità: un abbraccio,
un bacio appena accennato, scene insomma di ordinaria serenità
coniugale». La moglie, nella sua memoria difensiva, aveva sostenuto che
«l'uso dei social network è oggi talmente evoluto da poter considerare
la bacheca di Facebook non diversamente da un album fotografico
privato».