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venerdì 22 settembre 2023
 

Sotto attacco nella città martire

Per i cristiani della Siria, e per tutti i siriani, è stata una buona Pasqua. Ma nulla più. La tregua si è sfaldata e le trattative di Ginevra si sono arenate. I bombardamenti sono ripresi, da un lato e dall’altro, anche su obiettivi civili. E la città martire di Aleppo, che sembrava vicina a essere liberata dagli attacchi delle formazioni islamiste, ha ricominciato a vivere l’incubo in cui è immersa da tre anni. Per due giorni la città ha riavuto l’energia elettrica, quasi un miracolo. E comunque sembra farsi un poco meno pressante l’emergenza acqua, uno dei bisogni su cui si è concentrata la nostra campagna.
Per quanto la situazione sul campo di battaglia sia difficile da decifrare, e siano sempre attive e pericolose milizie come quelle di Al Nusra e dell’Isis che formalmente nessuno riconosce, sembra esserci un fi­lo diretto tra l’andamento dei colloqui di pace di Ginevra, svolti sotto l’egida dell’Onu e con la mediazione di Russia e Usa, e la violenza degli scontri in Siria e in Iraq. La tregua è diventata più fragile quando i colloqui sono stati sospesi. Le battaglie sono riprese quando la distanza tra le parti si è allargata. È un brutto segno, che lascia però un margine alla speranza. Forse è possibile anche immaginare il contrario. E cioè, che la situazione sul campo migliori se i colloqui di pace daranno frutto. Bisogna quindi insistere in questo senso. E la diplomazia delle grandi potenze e dell’Onu deve accettare le proprie responsabilità.


06 maggio 2016

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