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giovedì 17 aprile 2025
 

Troppa ressa intorno a Berlusconi

Caro don Antonio, mi lasci dire che non capisco come una persona importante, colta e che ha avuto grandi responsabilità si debba ridurre a farsi pubblicità anche con quello che doveva o poteva essere un momento di silenzioso e opportuno recupero per la sua vita. Ha capito che sto parlando dell’ex presidente del Consiglio condannato ai servizi sociali nella Sacra Famiglia di Cesano Boscone. A me non importa discutere se la sentenza sia giusta o sbagliata, ma credo che chi ha a che fare con malati di Alzheimer o simili, non possa dedicare loro solo quattro ore la settimana. Che cosa può capire, stando così poco tempo con questi pazienti? E poi che fatica fa, e quanto questa presenza giova agli stessi ammalati? Abbiamo visto con quale pomposità si è data notizia dell’avvio di questo percorso di recupero, quasi che ci si disponesse a compiere una buona azione. Per chi ha in casa un malato di Alzheimer come me che assisto mio marito, queste cose fanno tanto male. Noi non riceviamo tutta questa attenzione. Siamo lasciati soli, abbiamo scarsi aiuti. Possiamo contare solo su qualche amico, quando si ha la fortuna d’averlo.
UNA LETTRICE

Confesso che sono rimasto molto infastidito dalla ressa delle televisioni e dei giornalisti di tutto il mondo per seguire il primo giorno, o meglio le prime “quattro ore”, dei servizi sociali a Cesano Boscone assegnati all’ex presidente del Consiglio. Ho avuto l’impressione che si fosse messa in scena una sorta di fiction televisiva, tipo il Grande Fratello, con uno degli uomini più potenti di questo Paese che recita una “parte” con gli ammalati di Alzheimer, più che scontare una pena. Scene da baraccone mediatico, con contestazioni e applausi di alcuni curiosi presenti, che sembrava stessero assistendo a uno spettacolo, ignari delle ragioni – queste sì davvero serie per la vita del Paese – per cui sono stati assegnati questi servizi sociali, come forma di recupero. A ristabilire un po’ di giustizia in una storia dai contorni discutibili, la sorte si affida alla legge dantesca del contrappasso. Immagino che per chi ha puntato tutto sulla notorietà, debba suonare come uno sgarbo o un solenne ceffone sentirsi dire e ripetere da quei malati di Alzheimer: «Ma lei chi è?».


15 maggio 2014

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