Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
mercoledì 18 settembre 2024
 

«Troppo facile invocare il nome di Dio per fare il male»

La bandiera del Califfato sulle macerie poco fuori da al-Alam, in Iraq (Reuters, 2015)
La bandiera del Califfato sulle macerie poco fuori da al-Alam, in Iraq (Reuters, 2015)

Caro padre, un mio collega, ateo militante, sostiene che il bello di Dio sta nel fatto che ognuno può affermare di agire e parlare in suo nome o addirittura chiamarlo a testimone di solenni giuramenti senza timore di essere smentito. «Dio lo vuole!», proclamavano i Crociati prima di abbandonarsi alle ben note nefandezze. «Allah è il vero Dio, morte agli infedeli», rispondevano quegli altri rendendo pan per focaccia. In epoche più recenti, come non ricordare il «Gott mit uns» dei nazisti o il mussoliniano «Dio stramaledica gli inglesi». I quali, a loro volta, invocano l’Onnipotente affinché salvi il re o la regina. Pure i loro cugini d’oltreoceano si rivolgono a Dio perché benedica l’America. Quella stessa America che i terroristi islamici vorrebbero ridurre in cenere. «Inshallah », ovviamente!

SALVATORE RUSSO

Mi ricordo di aver letto anni fa una frase attribuita ad Abramo Lincoln: «Non dite mai che Dio è dalla nostra parte, ma piuttosto pregate che noi possiamo trovarci dalla parte di Dio». La strumentalizzazione di Dio e della religione è una pratica diffusa in ogni tempo e in ogni luogo. Per questo bisogna sempre diffidare di chi si proclama vero interprete della volontà divina. E rigettare chi in nome di Dio giustifica discriminazioni e violenze, fisiche e verbali.

Nella Dichiarazione firmata ad Abu Dhabi da papa Francesco e dal grande imam di al-Azhar, si chiede con forza che tutti «cessino di strumentalizzare le religioni per incitare all’odio, alla violenza, all’estremismo e al fanatismo cieco», e che «smettano di usare il nome di Dio per giustificare atti di omicidio, di esilio, di terrorismo e di oppressione». Noi cristiani dovremmo avere sempre davanti agli occhi Gesù, immagine del Padre, che ci ha svelato il vero volto di Dio, quello della misericordia, dell’amore «fino alla fine», fino a dare il proprio Figlio per tutti noi.


24 aprile 2019

I vostri commenti
5

Stai visualizzando  dei 5 commenti

    Vedi altri 20 commenti
    Policy sulla pubblicazione dei commenti
    I commenti del sito di Famiglia Cristiana sono premoderati. E non saranno pubblicati qualora:

    • - contengano contenuti ingiuriosi, calunniosi, pornografici verso le persone di cui si parla
    • - siano discriminatori o incitino alla violenza in termini razziali, di genere, di religione, di disabilità
    • - contengano offese all’autore di un articolo o alla testata in generale
    • - la firma sia palesemente una appropriazione di identità altrui (personaggi famosi o di Chiesa)
    • - quando sia offensivo o irrispettoso di un altro lettore o di un suo commento

    Ogni commento lascia la responsabilità individuale in capo a chi lo ha esteso. L’editore si riserva il diritto di cancellare i messaggi che, anche in seguito a una prima pubblicazione, appaiano  - a suo insindacabile giudizio - inaccettabili per la linea editoriale del sito o lesivi della dignità delle persone.
     
    Pubblicità
    Edicola San Paolo