Egregio direttore, la storia dell’umanità sulla terra è intessuta di momenti esaltanti e luminosi che si alternano ad altri di depressione e di oscurità. Il momento storico che oggi stiamo vivendo sembra appartenere a questi ultimi. L’essere umano in questo ultimo periodo per causa anche della pandemia si sente stretto dalla morsa tremenda dell’angoscia, perché ha visto cadere, una dopo l’altra, tutte le speranze e le attese che aveva accarezzato per tanti anni, un’angoscia dovuta alla mancanza di lavoro, all’aumento di gas, luce, benzina e gasolio, alle tasse che non diminuiscono, ai disastri naturali come i terremoti, le alluvioni, all’inquinamento dell’ambiente: mari, fiumi e terreni. Ma soprattutto un’angoscia dettata dalle mani di uomini che nell’invasione della Russia in Ucraina uccidono bambini, donne e innocenti. A questa inquietudine si aggiunge anche la paura di una terza guerra mondiale.
Il tutto favorisce il diffondersi di un senso di impotenza di fronte alla realtà di tutti i giorni. Eppure, anche in una atmosfera così pesante e minacciosa, aspettiamo con ansia un miglioramento della vita e la pace fra tutti i popoli del mondo. ANTONIO GUARNIERI
Mi piacciono molto le tue parole finali, caro Antonio, nelle quali, di fronte alle tragedie a cui stiamo assistendo, lanci un segno di speranza. È vero, la realtà che ci circonda appare in questo tempo particolarmente ostile. Alla pandemia che in questi due anni, come abbiamo ampiamente raccontato anche sulle nostre pagine, ha battuto sul fisico e sul morale di tanti uomini e donne e sull’economia mondiale, si è aggiunta la crudele guerra in Ucraina, che si somma alle altre 58 combattute attualmente in tutto il globo. E poi carestie, cambiamento climatico, migrazioni bibliche, e tanto altro.
L’umanità ha conosciuto momenti simili a quello che stiamo vivendo, come ad esempio la Prima guerra mondiale (1914-1918), combattuta con il coinvolgimento di tante nazioni anche extraeuropee e con l’uso per la prima volta di armi di distruzione di massa, che hanno provocato la morte di diversi milioni di persone. Ad essa è seguita l’influenza spagnola, che si stima abbia provocato la morte di 50 milioni di persone, con circa 500 milioni di infettati. Si potrebbero citare anche tanti altri esempi di catastrofi umane e naturali. Ogni volta, però, l’umanità, sostenuta da una costante volontà di risollevarsi, ha ricostruito città e rinnovato istituzioni. È la speranza, infatti, quella che la sostiene. Speranza che per noi cristiani ha un nome: Gesù, il Risorto, che celebreremo e accoglieremo come Vita vera nella notte di Pasqua