Vorrei rivolgermi alla signora
Fornero che, a suo tempo,
ha deciso un “martirio” per noi
lavoratori italiani. La sua decisione
di innalzare l’età pensionistica
è stata dura da accettare,
ma per salvare i debiti della politica
italiana e pagare i vergognosi
vitalizi dei parlamentari, noi
operai ci siamo resi disponibili a
sacricarci per il bene del Paese.
Ecco, però, che cos’è successo alla
mia famiglia. Per un’improvvisa
crisi epilettica, a mio marito
è stato diagnosticato un cancro
al cervello, una forma di tumore,
causato forse da stress fisico. In
famiglia la notizia ha suscitato
un moto di rabbia, in quanto mio
marito è stato costretto a lavorare
per ulteriori due anni, quand’era
ormai a un mese dalla pensione.
Ma non è stata solo questa la beffa!
Nell’azienda in cui lavorava,
a causa della crisi economica e
della chiusura di un reparto con
movimentazione meccanica, è
aumentato il lavoro manuale. Ciò
vuol dire che mio marito prima
movimentava quaranta chilogrammi
al minuto, poi per ben
due anni s’è ritrovato a movimentarne
il doppio. Capisco che
molti parlamentari non sanno
cosa sia la fatica fisica, ma uno
sforzo per comprendere le situazioni
lavorative degli italiani dovrebbero
farlo! Ci sono persone
che stanno pagando con la vita le
loro decisioni.
ROSANNA
Una lettera, la tua, cara Rosanna,
che dovrebbe scuotere le coscienze
dei nostri rappresentanti in
Parlamento e responsabilizzarli al
massimo ogni volta che prendono
una decisione. Le persone non sono
numeri o “eccessi”, hanno una dignità
e, soprattutto, una famiglia.