Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
venerdì 04 ottobre 2024
 

Uomini veri e campioni viziati

Le scrivo sui fatti accaduti nei giorni scorsi ai mondiali di calcio in Brasile. Mi riferisco a un brutto fallo commesso da Mario Balotelli, più conosciuto come “Super Mario”, ma soprattutto alla pessima azione del giocatore Suarez che ha reagito dando un morso al nostro Giorgio Chiellini. Mi chiedo: com’è possibile che il gioco del calcio stia diventando così violento da commettere ogni azione losca pur di arrivare alla vittoria? Addirittura un morso, esattamente come fece l’ex pugile americano Mike Tyson nel 1997. Praticare sport è una buona attività, ma se finisce con la violenza, anche lo sport perde la sua ragione d’essere. E qui mi viene in mente la figura di don Giovanni Bosco che, strappando i ragazzi dalla strada, li faceva giocare all’oratorio. Oppure quella di don Pino Puglisi, il prete che si batteva per la legalità. Una delle sue prime missioni era quella di portare i ragazzi in parrocchia e farli giocare nel campo sportivo dell’oratorio, ammonendoli a essere leali e corretti. Altrimenti, se volevano picchiarsi dovevano farlo altrove, ovvero fuori dalla sua parrocchia. Le chiedo: come può lo sport tornare a essere sano, pulito e rispettoso?
MARCO G. – Prato

Tanti campioni dello sport, del calcio soprattutto, più che di un allenatore avrebbero bisogno di un educatore. Non basta essere atleti e mostrare i muscoli. Occorre essere uomini veri e mostrare più cervello. In campo e fuori dal campo. Anche perché la vita agonistica è breve, poi incombe il rischio di “smarrirsi” appena le luci della ribalta si spengono. Fama e notorietà si volatilizzano facilmente. E il bambino viziato e presuntuoso che è spesso nell’atleta, prima o poi, va a sbattere contro il muro della vita. Quella vera, non quella finta dei verdi campi di calcio.


10 luglio 2014

I vostri commenti
7

Stai visualizzando  dei 7 commenti

    Vedi altri 20 commenti
    Policy sulla pubblicazione dei commenti
    I commenti del sito di Famiglia Cristiana sono premoderati. E non saranno pubblicati qualora:

    • - contengano contenuti ingiuriosi, calunniosi, pornografici verso le persone di cui si parla
    • - siano discriminatori o incitino alla violenza in termini razziali, di genere, di religione, di disabilità
    • - contengano offese all’autore di un articolo o alla testata in generale
    • - la firma sia palesemente una appropriazione di identità altrui (personaggi famosi o di Chiesa)
    • - quando sia offensivo o irrispettoso di un altro lettore o di un suo commento

    Ogni commento lascia la responsabilità individuale in capo a chi lo ha esteso. L’editore si riserva il diritto di cancellare i messaggi che, anche in seguito a una prima pubblicazione, appaiano  - a suo insindacabile giudizio - inaccettabili per la linea editoriale del sito o lesivi della dignità delle persone.
     
    Pubblicità
    Edicola San Paolo