Caro direttore, sono un’insegnante in pensione e nonna di nipoti di diverse età. In questi giorni di dibattito su come spendere i fondi europei sento forte l’esigenza di chiedere che l’investimento più importante vada alla scuola e alla formazione delle nuove generazioni. Il Governo presenti alla Comunità europea piani e progetti realmente innovativi in questo settore. L’emergenza Covid-19 ha evidenziato la necessità e l’urgenza di educare alla salute e alla prevenzione. Il dilagare della violenza di educare alla gestione di impulsi ed emozioni e alle corrette relazioni umane. Il ministro Speranza il 13 settembre su Repubblica affermava che «abbiamo un’occasione irripetibile». Allora cogliamola! Investiamo parte del Next Generation Fund per introdurre in tutte le scuole corsi di educazione alla salute in senso lato: alimentazione (non solo fisica), arte di respirare, gestione dello stress (rilassamento, meditazione), stile di vita, come rafforzare il sistema immunitario, le emozioni e il loro impatto sulla salute: come riconoscerle, nominarle e gestirle. Sanità affettiva e sessuale, capacità di gestire conflitti e insuccessi, capacità di prendere decisioni, educazione alla leadership. Basterebbero 2 ore al mese in ogni ordine di scuola e in 15-20 anni avremmo formato una generazione più sana e consapevole. Si potrebbe iniziare da subito affidando questi corsi a degli esperti. Abbiamo fior di psicologi, counselor e life coach ben preparati. Nel frattempo occorrerebbe inserire da subito queste discipline nei percorsi formativi dei nuovi insegnanti. Questo ha dei costi. Far confluire fondi alla scuola anche per questo scopo (e non solo per i banchi con le ruote e per assumere supplenti) mi sembra un obiettivo che andrà a vantaggio di tutti i cittadini anche a costo di sacrificare altri settori. La scuola riguarda tutti noi, non solo studenti e insegnanti. Si tratta del nostro futuro!
MARIELLA LANCIA
Grazie per questi condivisibili suggerimenti. Investire sulla scuola va a beneficio di tutti e mette le basi per il futuro. C’è bisogno, in questo senso, di una politica che voli alto e non si limiti al piccolo cabotaggio o addirittura al solo interesse elettorale (per mantenere la propria poltrona). Ci vuole poi il coinvolgimento di tutti: famiglie, studenti, insegnanti. Come ha detto papa Francesco a metà settembre, «la ripresa dell’anno scolastico sia vissuta con grande senso di responsabilità, nella prospettiva di un rinnovato patto educativo, che veda protagoniste le famiglie e ponga al centro le persone».