La vecchiaia non è uguale per tutti. Alcuni continuano a godere, fino alla fine, delle loro buone abitudini e della loro ricchezza interiore. Altri, invece, specie quanti non hanno sviluppato interessi ed esercitato il pensiero e la gioia di vivere, rischiano di andare incontro a una decadenza veloce. L’unica vecchiaia, infatti, è quella che avviene quando smettiamo di essere noi stessi. È fondamentale, invece, continuare a progettare, a emozionarci, a vivere con gusto. Secondo Seneca non è importante vivere molto, ma vivere bene. «Voglio aggiungere vita ai giorni», commenta Enzo Bianchi, «non giorni alla vita». Ma oggi è difficile invecchiare, perché s’invecchia in una società che invecchia. Perché siamo dentro una cultura “immanentistica” che si aspetta tutto dalla terra. Ecco, allora, ingigantirsi le paure: la malattia; la riduzione dell’uomo a vegetale; il timore della solitudine e dell’abbandono…
Tutto ciò, però, non è nelle nostre mani. Sforziamoci, allora, di «rimanere protesi al nostro compito… vivendo ogni giorno come se fosse l’unico» (Seneca). Beato poi chi, affidandosi a una parola sovrumana, non pensa, di navigare verso il nulla, ma guarda al chicco di grano che, lasciandosi sciogliere in terra, si prepara a diventare una spiga di cento chicchi. In questo caso, la vecchiaia non è solo fragilità e sentimento di confusione, ma diventa “tempo senza tempo”, nel quale abbiamo la possibilità di fare le cose con calma e solennità, con la dignità che nasce dal distacco e da una nuova consapevolezza.
LUCIANO VERDONE - Teramo
Alla tua riflessione aggiungo una citazione biblica, dal libro della Sapienza: «Vecchiaia veneranda non è quella longeva, né si misura con il numero degli anni; ma canizie per gli uomini è la saggezza, età senile è una vita senza macchia» (4,8-9). In fondo, la vecchiaia la prepariamo con una vita buona, coltivando noi stessi dal punto di vista spirituale e intellettuale. Anche con buone letture, apprezzando la bellezza della musica, dell’arte, della natura. Senza dimenticare la preghiera e di rendere grazie a Dio in ogni cosa.