Cara Vilma, dopo Halloween viene il Black Friday, ormai un appuntamento fisso nei nostri calendari, espressione di un colonialismo consumista “a buon mercato”.
Una moda nata negli Stati Uniti come giornata di sconti dopo il Thanksgiving, il Giorno del ringraziamento, festa legata alle Chiese cristiane protestanti americane in segno di gratitudine per le benedizioni del raccolto dell’anno precedente.
Da qualche anno, però, questo costume locale si è trasformato in fenomeno globale, che, con la scusa della ricorrenza, diventa l’occasione, grazie agli sconti veri o presunti praticati in quel giorno, per fare acquisti che, di fatto, anticipano le compere di Natale.
Cosa ci dice da cristiani questo fenomeno? Il consumismo rappresenta una tentazione sottile, ma potente: quella di cercare soddisfazione nelle cose materiali anziché in Dio. «Non accumulate per voi tesori sulla terra, dove tarma e ruggine consumano e dove ladri scassinano e rubano; accumulate invece per voi tesori in cielo, dove né tarma né ruggine consumano e dove ladri non scassinano e non rubano », ci ammonisce Gesù (Matteo 6,19-20).
Il consumismo, se vissuto come esigenza prioritaria, ribalta questa visione, perché ci invita a concentrarci sull’acquisto compulsivo e sul desiderio di possedere sempre di più, magari al di là delle reali necessità. Così anche il Black Friday si può trasformare in una trappola per noi, vittime delle aziende che sfruttano strategie di marketing aggressive per indurre acquisti non necessari.
Può crearsi così una specie di dipendenza, favorita dall’idea che il valore di una persona è legato a ciò che possiede. Dal punto di vista cristiano questa dinamica contrasta con il vero senso del dono e della gratuità. L’essenza del dono, infatti, come ci insegna il Natale, non risiede nel valore estrinseco dell’oggetto donato, ma nell’amore con cui esso viene offerto.
Il consumismo ci fa dimenticare che ogni cosa che possediamo è un dono di Dio, da amministrare con responsabilità e da condividere con chi è povero. Invece di rincorrere lo sconto del Black Friday, dovremmo chiederci: come posso usare ciò che ho per costruire il Regno di Dio?
Questa ricorrenza, poi, anticipa l’Avvento, un tempo di preparazione spirituale al Natale, che si nutre di silenzio e riflessione, dandoci spazi di distrazione con le sue offerte urlate, svuotando di significato l’attesa della venuta del Signore.
Cosa fare, allora, in vista delle compere di Natale? Possiamo scegliere di praticare un consumo responsabile, acquistando solo ciò che serve davvero. Possiamo destinare parte dei nostri soldi per aiutare i poveri e i bisognosi, riscoprendo la gioia del dono autentico.
Possiamo, infine, riflettere sul significato della sobrietà e della gratitudine, virtù fondamentali per un cristiano. In un’epoca che celebra il possesso, il cristiano è chiamato a ricordare che la vera ricchezza non si trova negli scaffali di un negozio, ma in una vita vissuta per il prossimo e in comunione con Dio.