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lunedì 12 maggio 2025
 

Whatsapp-Facebook, Mr. Zuckerberg teme di perdere gli adolescenti?

Proviamo ad andare oltre la notizia che domina da qualche ora i siti Internet di tutto il mondo: Facebook ha acquistato WhatsApp, la popolare app che consente agli utenti di inviare messaggi gratis sul web, bypassando le compagnie telefoniche. Un'acquisizione miliardaria: il social network pagherà 19 miliardi di dollari in contanti e azioni. Nei dettagli: La società di Mark Zuckerberg rileverà le azioni e le opzioni WhatsApp in circolazione con 183,9 milioni di titoli Facebook, valutati 12 miliardi di dollari. A questi si aggiungono 4 miliardi di dollari in contanti e 3 miliardi di dollari in azioni vincolate ai fondatori e ai dipendenti di WhatsApp. La popolare app ha 450 milioni di utenti al mese, un numero che sale di un milione di giorno in giorno. E circa il 70% degli utenti del servizio lo usa tutti giorni, in quello che è un tasso di coinvolgimento superiore a quello degli "amici" di Facebook. Nel 2013 sono state invitati quotidianamente con WhatsApp 200 milioni di messaggi vocali, 100 milioni di video messaggi e 600 milioni di foto.

Wall Street sembra non brindare con grande trasporto alla notizia: alla Borsa di New York, la stessa alla quale si era quotato il fondatore di Facebook Mark Zuckerberg, i titoli del social network più poplare del mondo perdono il 5 per cento nelle contrattazioni after hour dopo l'acquisizione di Whatsapp. Ora, più che gli analisti finanziari, gli opinion makers digitali e gli esperti di comunicazione stanno cercando di speigare il senso vero di questa operazione. Che potrebbe essere: Zuckerberg ha capito che gli adolescenti si potrebbero stufare presto, o forse si sono già stufati, di Facebook, che continua a essere molto usato (e amato) dai trentenni e anche oltre, ma pare che i giovanissimi non se lo filino poi troppo. E, soprattutto, Mark Zuckerberg ha compreso che le chat veloci tipo Whatsapp (che non è l'unica ma è quella che si è ramificata di più a livello mondiale) stanno via via surclassando la messaggeria tradizionale del Sms. Infatti, la crescita inarrestabile di WhatsApp è spinta dalle semplici, potenti capacità di messaggistica istantanea, non solo text, ma anche foto, video, canzoni.

I ragazzi di oggi, già a 11-12 anni, si scambiano regolarmente foto, video, e musica via Whatsapp. Senza passare minimamente da Facebook: un po' perché devono aprire un profilo e a volte i genitori non glielo permettono (e fanno benissimo!); e soprattutto perché è più macchinoso, lento, non agile, non rapido, quando invece la rapidità di scambio delle emozioni e delle informazioni (anche di gruppo) è ciò che contraddistingue di più la generazione dei nativi digitali. Invece su Whatsapp è tutto più facile e veloce: semplicissimo il download sullo smartphone regalato da papà e mamma, e così arrivano non solo messaggi, ma immagini, i videoclip girati con gli amici, le canzoncine, l'ultimo successo hip-hop di Fedez; e in più la possibilità di far circolare i materiali tra il gruppo e con il gruppo rende Whatsapp molto più coinvolgente e aggregante.

Mr Zuckerberg ha forse agito in conseguenza di tutto questo? Oppure la diffusione tra i giovanissimi di Facebook e dei modelli "condividi" e "mi piace" non dà i risultati sperati e se non si cambia "cavallo", cioè social network, gli adolescenti sono persi?


20 febbraio 2014

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