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Rito romano Aggiornamenti rss don Gianni Carozza

XXIX domenica del Tempo ordinario (anno C) - 20 ottobre 2013

Gesù diceva ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai: «In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”. Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”». E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo?
Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».

Luca (18,1-8) 

Nei Vangeli troviamo interessanti e preziosi “appunti” per una “scuola di preghiera”. Ed è davvero bello sapere dai Vangeli che il Signore Gesù non solo ci insegna a pregare, ma anche e soprattutto ci parla in modo vivo del Padre suo – che pure è “Padre nostro” – svelandoci a poco a poco il suo volto luminoso e il suo cuore tenerissimo e onnipotente. È questa però una rivelazione che Gesù ci offre nel segno di una grande prudenza, servendosi di parabole semplici e immediate: desidera infatti che la via verso Dio non venga recepita come una complicata filosofia riservata a pochi sapienti: Dio è più grande del nostro cuore, ci ama all'infinito e anche noi lo potremo amare con crescente larghezza di cuore, a condizione di lasciarci sorprendere di volta in volta da quanto Gesù ci viene rivelando.

Possiamo restare perplessi di fronte all’invito a «pregare sempre, senza stancarsi mai». Per capire che cosa di preciso intenda Gesù, può esserci utile l’esperienza che tutti possiamo fare nel nostro cammino di vita spirituale. La preghiera è l’atto d’amore più semplice che possiamo compiere: è paragonabile alla tenerezza che passa attraverso lo sguardo e il pensiero di due persone che si vogliono bene, si cercano e intensificano il loro desiderio di incontrarsi, di dialogare, di crescere nella comunione. Quando ci è dato di sentire questa tenerezza verso il Signore – che ci prende, per esempio, attraverso lo sguardo rivolto al crocifisso appeso sulle pareti di casa –, già veniamo immersi in un pensiero e in uno stato di grazia che ci portano a Dio.

Sarà anche brevissimo questo “essere portati a Dio”, ma può diventare frequente nella giornata e, se ci succede di essere molto impegnati in qualcosa, più forte può diventare il bisogno di una breve pausa per alzare lo sguardo al crocifisso o a qualche immagine sacra. E così questa tenerezza è subito ritrovata. Anche quando ci capita di stare in mezzo a molta gente possiamo sentirci spinti alla preghiera: non incontriamo spesso tanta sofferenza nelle sue diverse forme, tante persone povere, sole, disperate e provate nel cuore, nel corpo e nell'anima?

Papa Francesco ci ha detto che tutta questa gente è «la carne di Gesù». E così, se i nostri occhi sanno vedere questa “sua carne”, ci sarà impossibile sottrarci al bisogno di intercedere per i nostri fratelli e le nostre sorelle! Ecco allora che cos’è la preghiera: è incontrarsi con il Signore mediante l’ascolto delle miserie di questa gente.

Se poi ci è dato di ricevere confidenze di situazioni pesanti e sconvolgenti e di essere richiesti per un aiuto non solo umano ma anche propriamente spirituale, come non sentirci interpellati per una preghiera fraterna di intercessione e di affidamento a Dio, al suo amore paterno? Ma chi ci ascolta quando preghiamo? Chi accoglie i nostri sguardi, le nostre invocazioni?

Gesù ci invita a considerare tutta la passione e “l’interesse” di Dio Padre che «prontamente» si fa attento a noi; poi ci interpella con una delle sue sorprendenti domande: ma tu hai fede in lui? Confidi nel suo ascolto disinteressato e pieno di affetto per te? Dio sa bene che sei suo figlio! Per questo ti ascolta: lo fa senza rimandare la sua attenzione e nella sovrabbondanza del suo amore.


17 ottobre 2013

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