Il primo documento che presenta questo santo è una lettera di S. Ambrogio nella quale si accenna al lavoro di evangelizzazione svolto da Felice: «Ringrazio assai il Signore», così Ambrogio, «e mi felicito cordialmente con te sentendo come parecchi di questi cittadini di Como abbiano già accettato la fede cattolica. Colui che ti ha favorito nella conversione di queste anime ti favorirà anche di ministri necessari al tuo bisogno». Il tono della lettera lascia capire che Felice godeva della familiarità con il capo della Chiesa milanese: sappiamo infatti che fu proprio Ambrogio a conferirgli la consacrazione episcopale il 1° novembre del 386 e che lo inviò poi a Lodi per la consacrazione della basilica dei SS. Apostoli edificata da san Bassiano, il quale aveva desiderato la presenza del collega di Como. Sull’origine però di Felice non abbiamo notizie certe: pare che fosse un “signore comasco” e che Ambrogio gli avesse affidato l’evangelizzazione della zona. Secondo un’antica tradizione, sarebbe stato il protovescovo Felice ad erigere sulla falda del colle Baradello, derivandola dalla trasformazione di un tempio pagano dedicato a Mercurio, la prima chiesa cristiana di Como, in onore dei protomartiri comensi Carpoforo, Essanto, Cassio, Licinio, Secondo e Severo, decapitati sotto Massimiano, i cui corpi furono in essa da lui seppelliti. Più tardi, ad opera del re Liutprando, su quell’area sarebbe sorta l’attuale basilica carpoforiana. Che Felice sia stato il primo vescovo di Como lo attesta anche un’antica iscrizione incisa sull’urna delle reliquie dei citati protomartiri. Secondo una consolidata tradizione, egli sarebbe morto l’8 ottobre e sarebbe stato sepolto nella primitiva chiesa di S. Carpoforo, venendo traslato successivamente nell’omonima basilica ampliata. Nel 1932 il suo corpo, ricomposto in un’artistica urna, fu trasferito sotto l’altare principale della nuova chiesa parrocchiale di S. Brigida, dove il suo culto è tuttora molto vivo.