Ai Mondiali brasiliani,
è in corso anche
un’altra partita tra le star
del calcio, quella della solidarietà. Il primo gol l’ha segnato un
difensore:
Sergio Ramos, nazionale spagnola, che il 4 giugno è
stato nominato ambasciatore
dell’Unicef durante un
evento con i giovani brasiliani nella capitale del Paranà, Curitiba,
dove ha preso parte a un’iniziativa per la promozione del fair play
e del diritto allo sport.
La nomina del giocatore del Real Madrid
arriva dopo una collaborazione di anni: ha sostenuto un
programma per la sopravvivenza infantile in Senegal, ha donato
oggetti per raccolta fondi e partecipato a speciali televisivi. Dopo
aver improvvisato una partita, Ramos ha spiegato agli adolescenti
della comunità che ha visitato:
«Lo
sport è molto più di un esercizio fisico o una competizione per un
trofeo. Quando un bambino gioca, sta esercitando il suo diritto a
essere un bambino. Ma lo sport aiuta anche i bambini a crescere
adulti più sani, a essere più solidali con i propri amici, a
seguire regole e imparare a far parte di una squadra».
Alla rete del difensore del Real, come in un copione perfetto della
Liga, ha risposto
l’attaccante del Barcellona Neymar, poco prima di
segnare i due gol alla Croazia con la maglia verdeoro:
ha partecipato
al lancio, insieme al Governo del Brasile e l’Unicef, della
campagna rivolta ai possessori di smartphone per scaricare
l’applicazione “Proteja Brazil”.
Il calcio d’inizio dei Mondiali è infatti avvenuto il 12 giugno,
Giornata contro lo sfruttamento del lavoro minorile. Qual è il
legame tra i due eventi? Le occasioni di lavoro collegate alla Coppa
del Mondo e la chiusura della scuola in questi giorni,
espongono i
minori brasiliani a varie forme di sfruttamento. Del resto, in
Brasile, anche se ai bambini e agli adolescenti con meno di 16 anni
non è permesso di lavorare,
circa 3 milioni di ragazzi e ragazze
brasiliani, tra i 10 e i 17 anni, risultano vittime del lavoro
minorile.
Ma come funziona “Proteja Brazil”? In poche mosse, dal proprio
smartphone o tablet
è possibile segnalare prontamente casi di abuso,
violenza o sfruttamento di bambini, compreso il lavoro minorile.
Testimoni e vittime possono così indicare – con il telefono o di
persona – ora, luogo e circostanza di eventuali abusi alle autorità
locali preposte.
L’applicazione, disponibile in inglese, spagnolo e
portoghese,
è anche uno strumento per accrescere la consapevolezza
sulle differenti forme di sfruttamento.
Durante il 2013, il lavoro
minorile è stata la forma di violazione maggiormente segnalata alla
“Child hotline 100” del Segretariato dei diritti umani del
Governo brasiliano. Le segnalazioni –
252.470, 29 ogni ora –
hanno spesso riguardato anche la violenza psicologioca, quella fisica
e
ben 10.668 casid di sfruttamento sessuale di minori.
Un recente
rapporto mostra che solo
nelle 12 città che ospiteranno i Mondiali
di calcio, in 7 anni (tra maggio 2003 e marzo 2011) sono state
registrate 27.600 segnalazioni riguardanti episodi di sfruttamento
sessuale. Spesso le vittime appartengono ai gruppi più vulnerabili,
come le ragazze che svolgono lavori domestici, i ragazzi reclutati
dal mercato della droga, i bambini afrobrasiliani e indigeni.
Proprio questa hotline ha mostrato dei
picchi preoccupanti in
occasione dei grandi eventi e così il Governo brasiliano ha voluto
diffondere “Proteja Brazil” e monitorare la situazione.
Dall’Unicef arriva una promozione a pieni voti: «Il
Brasile»,
spiega Gary Stahl, Rappresentante per l’area dell’Agenzia per
l’Infanzia, «sta
rafforzando il suo sistema di protezione dei bambini per prevenire e
contrastare tutte le forme di violenza e sfruttamento, compreso il
lavoro minorile, aumentando la consapevolezza dell’opinione
pubblica, mobilitando le forze dell’ordine e il ramo della
giustizia contro network criminali, rinforzando servizi specializzati
e più recentemente approvando un nuova legislazione che definisce lo
sfruttamento sessuale di bambini e adolescenti come un crimine
atroce».
Per
scaricare la app: www.protejabrasil.com.br/us
Stefano Pasta