«La pace è un cammino e noi siamo a una tappa importante di questo cammino». Con queste parole Flavio Lotti, coordinatore nazionale della Tavola della Pace, ha accolto i numerosi partecipanti all’udienza col Papa in una gremitissima Aula Paolo VI dedicando questo evento a tutte le vittime delle guerre, delle violenze, dei soprusi e delle torture. Lotti ha chiesto un momento di silenzio perché ciascuno Immaginasse il volto di un bambino o una bambina che in quel momento stava urlando disperatamente Pace. Il momento più commovente nell’attesa del Santo Padre.
Nei loro interventi, insegnanti e dirigenti scolastici hanno sottolineato l’importanza di un “patto educativo” nel costruire la cultura del rispetto e della solidarietà contrapposta a quello dell’egoismo e della guerra. Una di loro con la sorella ha intonato le note struggenti dell’inno Dona Nobis pacem.
Stefania Proietti, sindaca di Assisi, città simbolo al riguardo (e mèta da decenni della famosa Marcia per la pace Perugia-Assisi, organizzata per la prima volta il 24 settembre 1961, per volere, tra gli altri, di Aldo Capitini) ha agggiunto: «La luce è sempre più forte del buio, e questo rappresenta la speranza della pace mentre divampa la guerra».
«Dobbiamo prenderci cura del Creato, di tutto l’ambiente e delle persone che stanno attorno a noi per una ragione semplice: avere ancora un futuro», spiegano gli studenti col loro linguaggio semplice, ma autentico, che va dritto al cuore.
«Voi ragazzi», ha detto a sua volta il cardinale José Tolentino Calaça de Mendonça dal 26 settembre 2022 prefetto del pontificio Dicastero per la cultura e l'educazione, «siete maestri nell’uso delle nuove tecnologie. Progressivamente tutti stanno entrando nel mondo digitale, ma avere più destrezza non significa purtroppo usarle positivamente. Occorre educare a una sapienza digitale, ampliando non solo la mente e anche il cuore. Vi chiedo un esercizio un secondo di pausa per la pace ripetendo nel cuore il nome del nostro maestro più grande, Gesù».
Giuseppe Giulietti, presidente della Fnsi (Federazione nazionale stampa italiana), si è rivolto ai giornalisti perché diano più spazio e voce ai laboratori di pace anche i comunicatori devono mettersi in gioco, respingere parole di morte e di odio. La Carta di Assisi dice una cosa fondamentale: non scrivere degli altri quello che non vorresti si scrivesse di te. I muri dell’odio e della discriminazione vanno abbattuti.
A ravvivare l’attesa anche le canzoni e la chitarra di Erica Boschiero. Commovente quella che ha scritto per i morti in mare: La memoria dell’acqua. Durante l’esecuzione centinaia di piccole luci agitate dai ragazzi hanno accompagnato le note
Poi è arrivato il Papa e la gioia si è scatenata in voci che hanno urlato più volte il nome di Francesco che ha sorriso commosso dall’affetto. Lotti lo ha ringraziato per tutto quello che sta facendo a favore della fratellanza umana.«Qui, ha aggiunto Lotti, c’è un frammento della scuola e della società che crede nei giovani e nel potere del fattore educativo. Non vediamo impegno serio per la pace, anzi i costruttori di pace sono spesso attaccati. Penso all’ipocrisia di chi parla di pace e poi vende armi, o scatena la guerra dei ricchi contro i poveri. Quest’anno per educare ed educarci alla cura e alla pace abbiamo inventato i quaderni degli esercizi di pace». Lotti ha annunciato una giornata speciale di maggio ad Assisi.
«Mi congratulo, ha detto il Papa, per il ricco programma educativo che culminerà nella Marcia della pace ad Assisi, città crocevia di pace dove san Francesco che ha affascinato anche me, tanto da averne preso il nome, lasciò ogni ricchezza per Madonna povertà. Non solo le scuole e le istituzioni cattoliche ma anche i laici e chi appartiene ad altre confessioni possono cooperare per la cura e la pace. Non dobbiamo aspettare una minaccia o la paura del nucleare per parlare di pace; è un fatto che ci riguarda sempre», ha detto ancora Francesco, ricordando la parabola del Buon Samaritano.
Jorge Mario Bergoglio ha poi rievocato due figure Giovanni XXIII e la sua enciclica Pacem in terris appello al disarmo e al dialogo che riscosse attenzione non solo nel mondo cattolico. Pochi mesi dopo questa enciclica Martin Luther King nel 1964 pronuncio il famoso discorso “Io ho un sogno”. Voi cari ragazzi e ragazze qual è il vostro sogno. Vi incoraggio a sognare in grande come papa Giovanni e Martin Luther King. Francesco ha invitato tutti a partecipare alla GMG e a vivere l’Avvento con gesti di cuore e essere “poeti di pace”