Nardò. I muri della "Casa rossa" un racconto di speranza
27/01/2017Il Museo della memoria e dell'accoglienza
Il tratto è quello della pece, impastata al muro a disegnare fuga e sogni. Tzvi Miller, ebreo rumeno rifugiato in Puglia, racconta, sulle pareti della casa che lo ospita, la storia del popolo eletto. Quella lunga marcia che, dai campi di concentramento, dove erano stati sterminati a milioni, portava i superstiti, faticosamente, verso la Terra promessa. Gli anni erano quelli dal 1943 al 1947 e le pareti della “Casa Rossa” erano diventate una tela per quel pittore dilettante che, insieme con migliaia di altri ebrei, era arrivato in Puglia, quando l’Italia del Sud era stata liberata dal fascismo, in cerca di salvezza. Una “emergenza” di oltre quattromila persone che aveva consigliato al comando locale delle forze alleate di requisire villette e alloggi di Santa Maria al Bagno, Santa Caterina e delle contrade tra la litoranea e Nardò... (il testo integrale nel numero di Famiglia Cristiana in edicola questa settimana. Foto Antonio Dell'Anna)