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Biotecnologie al servizio dell'uomo

24/02/2014La Fao, l’organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, punta sulle biotecnologie per aiutare i piccoli produttori a migliorare le proprie condizioni di vita e la sicurezza alimentare nel settore agricolo, zootecnico e ittico.


a cura di
  • ©FAO -  Micaud, Indonesia
    La Fao, l’organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, punta sulle biotecnologie per aiutare i piccoli produttori a migliorare le proprie condizioni di vita e la sicurezza alimentare nel settore agricolo, zootecnico e ittico. Dagli allevamenti alle infestazioni, la nuova pubblicazione “Biotechnologies at Work for Smallholders” evidenzia i vantaggi che si otterrebbero diffondendo le biotecnologie nei paesi in via di sviluppo. ©FAO - Micaud, Indonesia
  • ©FAO - De Borhegyi, India
    Scritto da ricercatori e scienziati di tutto il mondo, analizza 19 casi di produzione su piccola scala di banane, manioca, riso e di allevamento di bestiame, gamberetti e altri prodotti. Comprendono una vasta gamma di tecniche, alcune più antiche o tradizionali, come l’inseminazione artificiale e la fermentazione, e altre d’avanguardia che coinvolgono metodologie basate sul DNA, ma senza modificazioni genetiche. ©FAO - De Borhegyi, India
  • ©FAO - Kai Wiedenhoefer, Austria
    Scritto da ricercatori e scienziati di tutto il mondo, analizza 19 casi di produzione su piccola scala di banane, manioca, riso e di allevamento di bestiame, gamberetti e altri prodotti. ©FAO - Kai Wiedenhoefer, Austria
  • ©FAO - Kai Wiedenhoefer, Libano
    Questo è un punto importante, che Andrea Sonnino, Direttore dell’Unità Ricerca e Divulgazione della FAO, ci tiene a sottolineare: «Non si tratta di OGM, in cui uno o più geni sono stati introdotti da un altro organismo rimescolando il Dna. Il commercio di colture geneticamente modificate è cresciuto dalla metà degli anni ‘90, mentre nessun animale o pesce geneticamente modificato si è diffuso come cibo. ©FAO - Kai Wiedenhoefer, Libano
  • ©FAO - Kai Wiedenhoefer, Nigeria
    Non c’è alcuna controversia su nessuno dei casi contenuti nel rapporto. Fin dagli anni ‘90, il dibattito - con posizioni polarizzate - sugli OGM, ha messo in ombra quello sui vantaggi delle biotecnologie con organismi non geneticamente modificati. Ecco il motivo di questa pubblicazione». ©FAO - Kai Wiedenhoefer, Nigeria
  • ©FAO -Dematteis, Vietnam
    Il quadro in cui la Fao si è mossa è quindi l’ampia definizione di biotecnologia prevista dall’articolo 2 della Convenzione sulla Diversità Biologica del 1992: «Ogni applicazione tecnologica che si avvale di sistemi biologici, di organismo viventi o loro derivati, per realizzare o modificare prodotti o procedimenti per un uso specifico». ©FAO -Dematteis, Vietnam
  • ©FAO-Dematteis, Vietnam
    Nel Rapporto, quattro studi di caso provengono dall’India, due dalla Cina e uno dall’Argentina, Bangladesh, Brasile, Camerun, Colombia, Cuba, Ghana, Nigeria, Sudafrica, Sri Lanka, Tanzania e Tailandia. ©FAO-Dematteis, Vietnam
  • ©FAO-Gangale, Repubblica Centrafricana 2
    In India, i ricercatori hanno usato marcatori del Dna per sviluppare una varietà di riso resistente alle alluvioni, con un potenziale di rendimento di 1-3 tonnellate in più per ettaro rispetto a quelle utilizzate in precedenza. Dopo essere stata introdotta nel 2009, la nuova varietà, Swarna-Sub1, si è diffusa rapidamente e nel 2012 è stata utilizzata da tre milioni di agricoltori. ©FAO-Gangale, Repubblica Centrafricana
  • ©FAO-Gangale, Repubblica Centrafricana 3
    «Le varietà che tollerano di essere sommerse dall’acqua - spiega Uma Singh dell’International Rice Research Institute (IRRI) - hanno fornito l’opportunità di migliorare e stabilizzare le rese nelle zone colpite dalle inondazioni, contribuendo in modo significativo alla sicurezza alimentare nazionale». ©FAO-Gangale, Repubblica Centrafricana
  • ©FAO-Gangale, Repubblica Centrafricana 4
    In Cina la varietà di carpa Jian è stata sviluppata utilizzando la selezione genetica intra-familiare e la gynogenesis (una tecnologia riproduttiva che produce solo prole femminile perché sono utilizzati solo i geni materni). La carpa Jian è oggi allevata in circa 160.000 allevamenti di pesci e costituisce oltre il 50 per cento della produzione di carpa comune in Cina. ©FAO-Gangale, Repubblica Centrafricana
  • ©FAO-Gangale, Repubblica Centrafricana 5
    Nel nord del Camerun, l’utilizzo di strumenti diagnostici basati sul Dna ha consentito alle autorità veterinarie di diagnosticare rapidamente i focolai di peste dei piccoli ruminanti, una malattia virale altamente contagiosa che colpisce capre e pecore. ©FAO-Gangale, Repubblica Centrafricana
  • ©FAO-Gangale, Repubblica Centrafricana 6
    Diagnosi rapide e accurate hanno fatto sì che le autorità abbiano potuto debellare i focolai e fermare la diffusione di questa malattia mortale. «Senza questa risposta rapida – commentano Abel Wade e Abdoulkadiri Souley del Laboratorio veterinario nazionale - migliaia di pecore e capre sarebbero probabilmente morte, portando perdite per milioni di franchi». ©FAO-Gangale, Repubblica Centrafricana
  • ©FAO-Giuseppe Bizzarri, Brasile
    Gli autori della pubblicazione sostengono che «le biotecnologie possano dare un contributo importante facendo aumentare le rese e rafforzando così l’accesso ai mercati». ©FAO-Giuseppe Bizzarri, Brasile
  • ©FAO-Sistini, Panama
    Per questo, secondo Andrea Sonnino, «con accordi istituzionali e finanziari appropriati, governi, istituti di ricerca e organizzazioni possono aiutare a portare le biotecnologie ai piccoli produttori, migliorando la loro capacità di far fronte a sfide come il cambiamento climatico, le malattie delle piante e degli animali, e uno sfruttamento eccessivo delle risorse naturali». ©FAO-Sistini, Panama
 
 
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