Capolavori di un secolo di pittura in Italia
03/02/2017La mostra Da Hayez a Boldini. Anime e volti della pittura italiana dell’Ottocento, aperta Palazzo Martinengo di Brescia, espone 100 opere di un secolo fecondo per la nostra pittura. Da Fattori a Pelizza da Volpedo, da Segantini a De Nittis
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Andrea Appiani, Venere allaccia il cinto a Giunone
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Angelo Inganni, Donna che cucina lo spiego
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Federico Faruffini, Toilette antica
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Federico Zandomeneghi, Serata di gala
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rancesco Hayez, Addolorat
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Francesco Hayez, Maria Stuarda sale al patibolo
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Giovanni Battista Quadrone, Il circo
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Giovanni Boldini, Ritratto della baronessa Malvina-Marie Vitta
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Giovanni Boldini, Ritratto della principessa Radzwill
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Giovanni Carnovali detto il Piccio, Bambina con bambola
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Giovanni Fattori, Le ordinanze
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Giovanni Segantini, Alpe di maggio
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Giuseppe De Nittis, Il pasto degli anatroccoli
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Giuseppe Pellizza da Volpedo, Membra stanchE
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Guglielmo Ciardi, Verso Muran
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Ippolito Caffi, Veduta della piazza dell'ippodromo di Costantinopoli
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Odoardo Borrani, L'analfabeta
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Pelagio Palagi, Newton scopre la rifrazione della luce
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Telemaco Signorini, Il ghetto di Firenze
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Foto Vittorio Amedeo Corcos, Pierrot con gattino
100 capolavori per celebrare un secolo di arte italiana. I maggiori esponenti del neoclassicismo, del romanticismo, della scapigliatura e del divisionismo, da Canova a Hayez, da Fattori a Segantini, da Inganni a De Nittis, da Appiani fino a Boldini, sono i protagonisti di una grande mostra, in programma a Palazzo Martinengo di Brescia, fino all’11 giugno.
L’esposizione, dal titolo Da Hayez a Boldini. Anime e volti della pittura italiana dell’Ottocento, curata da Davide Dotti, organizzata dall’Associazione Amici di Palazzo Martinengo in collaborazione con la Provincia di Brescia, racconta la straordinaria stagione che l’Italia visse nel corso del XIX secolo, illustrando le correnti e i movimenti pittorici che vi fiorirono, rendendo il panorama creativo nazionale uno dei più dinamici a livello europeo.
La sezione dedicata al romanticismo ha come assoluto protagonista Francesco Hayez con la Maria Stuarda sale al patibolo, capolavoro di tre metri per due. Mentre a Milano si affermavano gli scapigliati, a Firenze, negli stessi anni, si faceva largo un gruppo di giovani e agguerriti artisti che, per reagire alla stanca pittura insegnata nelle accademie, diede vita al movimento dei macchiaioli capitanato da Giovanni Fattori, Silvestro Lega e Telemaco Signorini, qui presenti con alcune delle loro opere più famose.
Proseguendo nel percorso, il visitatore viene prima sedotto dai dipinti a soggetto orientalista, e poi dalle toccanti scene di vita quotidiana immortalate da Induno, Ciardi, Favretto, Palizzi, Irolli, Milesi e dal bresciano Angelo Inganni.
Aggiornati sulle novità dell’impressionismo francese i divisionisti elaborarono, invece, un’innovativa tecnica pittorica caratterizzata da intrecci di brevi pennellate cariche di colore, che trova la massima espressione nelle tele cariche di significati simbolici di Segantini, Pellizza da Volpedo e Morbelli.
La mostra si chiude con la rievocazione del clima culturale parigino della Belle Époque, dove vissero e lavorarono maestri quali Zandomeneghi, De Nittis e Boldini.