Carri armati per le strade, scontri: la lunga notte della Turchia
15/07/2016Tentativo di colpo di Stato: le immagini del golpe e l'alba del giorno dopo
E' il quinto nella storia del Paese: la Turchia ha vissuto un colpo di Stato. Durato una notte. E fallito. A trentasei anni dall'ultimo putsch tutto è cominciato nella tarda serata di venerdì 15 luglio. L'occupazione delle tv, la chiusura dei ponti sul Bosforo, i carri armati per strada, elicotteri militari F16 in cielo. Lo Stato maggiore dell'esercito ha comunicato di voler "ristabilire l'ordine democratico e la libertà". Erdogan risultava lontano dalla capitale. In fuga, si diceva.
Di sicuro s'è sparato: circa 200 morti e 1.154 feriti il bilancio degli scontri. All'alba la certezza che Tayyip Erdogan è ancora al potere.
Dopo ore di bombardamenti e combattimenti a Istanbul e nella capitale
Ankara, i militari golpisti si sono arresi. Ma la loro sconfitta
appariva gia' chiara durante la notte, quando l'aereo di Erdogan è
atterrato all'aeroporto Ataturk di Istanbul, solo poche ore prima nelle
mani dei putschisti.
Ma sono numeri destinati a crescere. Come probabilmente anche quelli dei militari arrestati: 1.563 secondo
quanto ha reso noto un alto ufficiale turco chiedendo di mantenere
l'anonimato e precisando che si tratta per lo più di militari di gradi
inferiori. Ed è appena all'inizio anche la purga nell'esercito, con 5
generali e 29 colonnelli già sollevati dai loro incarichi e la
nomina-lampo del nuovo capo di Stato maggiore, Umit Dundar, a sostituire
- almeno temporaneamente - Hulusi Akar. Di lui, che sarebbe stato preso
in ostaggio durante il golpe, persino Erdogan aveva detto di non avere
notizie certe. Poi, l'agenzia ufficiale Anadolu ha fatto sapere poco fa
che è stato liberato dal luogo dove veniva detenuto, una base aerea alle
porte di Ankara.
Tornato a Istanbul, il presidente si è concesso più di
un bagno di folla nella zona dell'aeroporto. Acclamato da migliaia di
sostenitori, che ha salutato con il gesto della rabbia, mutuato dai
Fratelli musulmani, il 'sultano' ha ringraziato il suo popolo per averlo
sostenuto scendendo in piazza, mentre una folla festante sventolava
bandiere turche e inneggiava ad Allah. A loro, ha promesso che "i
traditori" che hanno tentato di rovesciarlo "pagheranno un caro prezzo".
La mente dietro il golpe, ha accusato direttamente Erdogan, è il suo ex alleato diventato nemico numero uno, l'imam e magnate auto-esiliatosi in Usa, Fethullah Gulen.
Che però, in un comunicato, ha condannato il tentativo di golpe,
giurando di esserne estraneo: "Per qualcuno come me che ha sofferto
sotto diversi colpi di stato militari nelle ultime cinque decadi, è
particolarmente offensivo essere accusato di avere legami con un
tentativo del genere".
Alle prime luci dell'alba, la Turchia si è
svegliata ancora in stato d'assedio. L'emittente statale Trt e la tv
privata Cnn Turk, entrambe occupate e poi abbandonate nella notte dai
putchisti, mostravano le immagini dei soldati che si arrendevano sul
ponte del Bosforo, chiuso al traffico dalla scorsa notte. Vicino a loro,
i sostenitori di Erdogan festeggiavano sopra i tank. In mattinata,
ancora scontri armati venivano segnalati in diverse zone della città.