In Brasile, il Paese latinoamericano che conta il maggior numero di contagi da coronavirus (più di 43mila), il presidente Jair Bolsonaro continua imperterrito a contravvenire alle raccomandazioni sanitarie contro il contagio: domenica scorsa ha partecipato a una manifestazione a Brasilia, davanti al quartier generale dell’esercito, in piedi su una camionetta militare e senza mascherina, unendosi al grido dei suoi sostenitori che protestavano contro le misure di contenimento del virus invocando addirittura il ritorno all’Ato Institucional n.5, il quinto dei decreti emessi durante la dittatura militare, il più duro, che nel 1968 conferì pieni poteri al presidente, sospese il Parlamento e molte garanzie costituzionali. Intanto, nello Stato di Amazonas, dove buona parte della popolazione è indigena, è piena emergenza per l’epidemia. A Manaus, la capitale, nel cimitero di Nossa Senhora Aparecida non ci sono più posti liberi e si stanno scavando fosse comuni per seppellire le vittime del Covid-19. Il sindaco della città Arthur Virgilio Neto, in lacrime, ha lanciato l’allarme per lo stato di calamità e la situazione sanitaria disperata, ha chiesto aiuti urgenti e ha attaccato Bolsonaro per la sua partecipazione irresponsabile alla manifestazione di Brasilia. Le sepolture sono passate da una media di 30 a più di 120 al giorno dall’inizio della pandemia. Due giorni fa, i morti registrati nello Stato di Amazonas erano 193, più di 2.200 i contagi confermati (foto Reuters).