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A distanza di quattro mesi dal tifone Haiyan l'Unicef ha diffuso un Rapporto sull’attività svolta
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A distanza di quattro mesi dal tifone Haiyan l'Unicef ha diffuso un Rapporto sull’attività svolta
Filippine: una lunga ripresa
Oggi, mentre i filippini continuano a riparare i danni del tifone che ha ucciso oltre 6 mila persone, il tredicenne Jerome Nabong cammina con l’acqua fino alla caviglia proprio dove sorgeva la sua casa. Era costruita su palafitte, finché il tifone Haiyan l’ha spazzata via. A Tacloban, in questo tratto della costa c’erano centinaia di abitazioni di questo tipo; dopo l’8 novembre, rimangono solo pochi pali di legno conficcati nel terreno. Jerome passa qui tutto il giorno, camminando nell’acqua o sulla riva; chiede a chi incontra qualche moneta, qualsiasi cosa possa aiutare la sua famiglia – i genitori e i cinque fratelli – a ottenere del cibo. Ora si sono rifugiati in una baracca traballante, sempre sull’acqua, con un telone di plastica come tetto. «I miei figli hanno paura quando il tempo ritorna brutto», dice Vilma, la madre, mostrando come tra le assi del pavimento si veda il mare. «Continuano a urlare e vogliono scappare, anche se è solo una raffica di vento, perché hanno nella mente le immagini del tifone». Per la sua famiglia, poter bere acqua pulita è la prima delle preoccupazioni.

Loro sono tra le 930mila persone che hanno avuto accesso all’acqua potabile grazie a un kit dell’Unicef, composto da una brocca e delle pastiglie depurative, oltre a spazzolini, dentifricio, asciugamani, sapone per il corpo e per il bucato. È per ragazzi come Jerome e i suoi fratelli che l’Unicef sta lavorando per “una lunga ripresa”. A distanza di quattro mesi da Haiyan, ha diffuso un Rapporto sull’attività svolta, spesso in collaborazione con partner locali: 76 mila persone hanno riavuto accesso ai servizi igienici; 231 mila kit per l’igiene sono stati distribuiti ai bambini nelle scuole, per tenere sotto controllo le malattie, soprattutto la diarrea; 97 mila bambini sono stati sottoposti a controllo per malnutrizione e 55.300 hanno ricevuto capsule di vitamina A; 83.200 minori sono stati vaccinati contro il morbillo. Al centro per le vaccinazioni, Ruth Catalan ha portato la figlia di 17 mesi, Jessica. Il tifone ha distrutto tutti i beni materiali della famiglia, compresa il peschereccio, e per poco non ha spazzato via anche la vita della neonata. «Eravamo intrappolati in casa», racconta, «ma siamo riusciti a scappare fuori e ad arrampicarci su un albero. Abbiamo visto la prima onda distruggere l’abitazione e siamo saliti su una cisterna che galleggiava sull’acqua. Mia figlia si è ferita al piede, ci eravamo rassegnati a morire». L’Unicef ha consegnato materiali didattici per 430 mila bambini e oltre 153 mila zainetti, organizzato “scuole mobili e temporanee” e attivato spazi protetti per le attività ludiche di 17 mila minori. Tutto ciò serve a ridurre gli elevati rischi di abusi e a superare i danni psicologici causati dal disastro, come le immagini che riappaiono nella mente di Jerome e dei suoi fratelli. Nonostante ci siano vari segnali di ripresa, come la riapertura delle strutture sanitarie, il ritorno dell’acqua potabile nelle case e dei bambini nelle scuole mobili, la strada è ancora lunga. «Ci vorrà qualche anno», si legge nel Rapporto, «prima che le comunità si riprendano completamente dal disastro, e i bambini corrono ancora grandi rischi: epidemie, interruzione e perdita dell’accesso all’istruzione, maggiore esposizione alla violenza e agli abusi e rischi per donne e bambini di essere colpiti da malnutrizione». Inoltre, come spiega Abdul Alim, rappresentante dell’Unicef per le Filippine, «il tifone ha colpito alcune delle aree più povere del Paese, in cui prima del disastro il 40% dei bambini viveva in povertà». Aggiunge: «Tanto è stato fatto in questi quattro mesi grazie allo spirito e al duro lavoro delle persone delle Filippine e allo straordinario e generoso sostegno mondiale. Però, per esperienza, sappiamo che sostenere l’impegno per ridare forza ai bambini e aiutarli a ricostruire le proprie vite richiede tempo. L’Unicef resterà qui ancora, supportando i minori colpiti per tutto il tempo della ripresa».

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