Gaza, le Ong: «Abbiamo bisogno di farmaci»
01/08/2014Manca la luce, l’acqua, i feriti sono migliaia, e il sistema sanitario è al collasso. Tutte le Ong presenti in Palestina lanciano un urgente appello a donare per l’acquisto di farmaci.
Dima al-Nabahin, 16 anni, vive a JohrAldek, nella parte orientale della città di Gaza. Quando alcuni giorni fa, mentre iniziava l’avanzata via terra, le forze israeliano hanno invitato tutti gli abitanti a lasciare il quartiere, la famiglia della ragazza ha deciso di restare perché il padre malato di cuore non poteva affrontare il viaggio. È stato chiesto aiuto anche alla Croce Rossa, ma l’evacuazione non è stata possibile.
Una compagna di classe di Dima, che frequenta la Scuola Americana di Gaza, ha lanciato un allarme dopo aver perso il contatto con l’amica; tuttavia, le notizie non sono rassicuranti: le case vicine alla sua sono state bombardate e varie fonti hanno riferito che le forze israeliane hanno arrestato chi era rimasto.
Quella del padre di Dima è solo una delle tante storie di come i civili, e ancor più i malati, stanno pagando il prezzo dell’operazione “Barriera Protettiva”. Ad oggi, le Nazioni Unite riferiscono di 1.500 palestinesi uccisi di cui la stragrande maggioranza civili, donne e bambini, più di 7.000 feriti, 92 strutture dell’Onu e 18 ospedali, scuole e centri medici severamente danneggiati dai bombardamenti israeliani, mentre 215 mila sono gli sfollati. Sul fronte israeliano si contano 51 vittime, di cui 47 soldati.
Quanto al sistema sanitario, a Gaza è letteralmente al collasso. Negli ospedali e nelle farmacie manca più della metà dei farmaci ritenuti essenziali dall’Organizzazione Mondiale della Salute; scarseggiano materiali sterili e monouso, come aghi, siringhe, cotone, disinfettanti e guanti. Manca il carburante per alimentare ambulanze e generatori che permettono di far funzionare i macchinari salvavita e le sale operatorie durante le 12 ore al giorno in cui l’unica centrale elettrica non riesce a fornire elettricità. Mancano le sacche di sangue necessarie a soccorrere le migliaia di feriti ed iniziano a scarseggiare l’acqua potabile e il cibo, anche a causa della chiusura quasi totale delle frontiere con Egitto e Israele.
Ospedali e ambulanze sono sotto la minaccia dei bombardamenti: il 21 luglio, un infermiere è morto a causa di una bomba lanciata nei dintorni di Shajaeya, mentre stava assistendo dei feriti. Nonostante questo, il personale sanitario continua a prestare soccorso incessantemente e tutte le Ong italiane presenti in Palestina (Cesvi, Coopi, Ciss, Cospe, Educaid, Vis, Overseas, Cric, Terre des Hommes…) si sono mobilitate insieme per inviare pallet di farmaci e articoli medicali; i primi tre camion sono arrivati settimana scorsa all’ospedale Al Shifa di Gaza.
Terre des Hommes, che sta coordinando la logistica della raccolta con il suo partner locale, il Palestinian Medical Relief Society (Pmrs), sta curando tutti i feriti e ammalati che non possono andare negli ambulatori. Nella Striscia, il Ministero della Salute palestinese, insieme all’Oms e alle Ong, ha attivato un’operation room, con il compito di monitorare i bisogni del sistema sanitario della Striscia, produrre e aggiornare le liste delle priorità, coordinare con le autorità israeliane le spedizioni dalla Cisgiordania a Gaza, distribuire il materiale raccolto tra le strutture ancora operative.
Anche la Caritas Internationalis si sta mobilitando, fornendo medicinali e pagando il combustibile ai quattro ospedali della città, oltre ad avere attivato un Centro sanitario e una clinica mobile per bambini impauriti e rimasti orfani.
Del resto, spiega padre Raed Abusahlia, direttore di Caritas Gerusalemme: «La maggior parte delle vittime sono bambini, donne e anziani. Noi crediamo che la Chiesa non possa restare in silenzio davanti a fatti come questi. Non possiamo rimanere fermi a guardare senza fare nulla».
Per donare:
Terre des Hommes Italia.
Via banca: IBAN IT53Z0103001650000001030344
Via posta: c/c postale 321208
Causale: Medicine Gaza
Caritas Ambrosiana Onlus
Via posta: c/c postale 000013576228
Via banca: IBAN IT17Y0521601631000000000578
Causale: Emergenza Gaza
Stefano Pasta