Fino al 27 maggio il Museo di Tessuto di Prato presenta al pubblico un'accurata selezione di costumi femminili e maschili ideati da Milena Canonero per il film Marie Antoinette (2006) diretto dalla regista americana Sofia Coppola.
Marie Antoinette. I costumi di una regina da oscar, questo il titolo della mostra, è organizzata dalla Fondazione Museo del Tessuto di Prato in collaborazione con la Sartoria The One, la più giovane sartoria cinematografica e teatrale di Roma che custodisce un vastissimo patrimonio di abiti che raccontano la storia dello spettacolo televisivo, teatrale e cinematografico italiano e straniero.
I costumi del film, ritenuti dalla critica frutto della migliore reinterpretazione cinematografica mai realizzata dell’abbigliamento del XVIII secolo, sono straordinaria opera della costumista di fama mondiale Milena Canonero, che nel 2007 ha ricevuto il Premio Oscar proprio per questa produzione.
La sua organizzazione si affianca a quella in corso presso la Sala dei Tessuti antichi, denominata Il Capriccio e la Ragione. Eleganze del Settecento europeo, organizzata in collaborazione con le Gallerie degli Uffizi e Museo Stibbert di Firenze e dedicata all’evoluzione dello stile e della moda nello stesso secolo, e aperta al pubblico fino al 29 aprile.
«La mostra conferma il nostro impegno nel raccontare come il patrimonio culturale possa rappresentare un grande stimolo per le industrie creative e in particolare modo per la moda e il costume per lo spettacolo», ha dichiarato il presidente Francesco Marini. «Così, la compresenza nelle sale del Museo di abiti e tessuti originali del XVIII secolo accanto alle reinterpretazioni per il cinema costituiscono un unicum che offre ai visitatori la possibilità di scoprire la moda di un secolo straordinario e ricco di innovazioni come il Settecento».
Maria Antonietta fu per il suo tempo un’icona di bellezza: ammirata per il suo stile, dettò legge in fatto di moda per il suo gusto per gli abiti e le acconciature, tanto importanti nel Settecento, tanto che la professione della modista era tenuta quasi più in auge dalle donne dell’epoca che non il sarto stesso. Dalla modisteria iniziò la sua ascesa Madame Rose Bertin che fin dal 1772 prestò la sua opera per Maria Antonietta, non ancora regina di Francia e che dopo l'incoronazione iniziò ad incontrare due volte alla settimana per farsi mostrare le creazioni: i suoi critici la denominarono Rose “ministro della moda”. Di fatto la Bertin creò quasi tutti gli abiti della regina fino alla sua detronizzazione, nel 1792.
Nel 2006 Sofia Coppola presenta una versione inedita della vita della giovane regina Maria Antonietta. Partendo dalla lettura della biografia dello storico Stefan Zweig, la regista restituisce una versione più autentica della donna.
Le scene evidenziano la freschezza adolescenziale di una giovane deputata a diventare sovrana di Francia, il suo smarrimento rispetto a un entourage di corte pressante e severo ma soprattutto l’inadeguatezza negli affari di Stato. La giovane austriaca, accolta in una corte numerosa e abituata al pettegolezzo, dopo un disperato sfogo di pianto durante la sua prima vestizione, inizia presto a circondarsi di amiche che la introducono al lussuoso e sfrenato stile di Versailles. Salita al trono a soli 19 anni con un marito inadeguato alla vita coniugale, Maria Antonietta compensa le mancanze affettive rifugiandosi nel lusso.
La mostra ha il patrocinio del Centro di Firenze per la Moda Italiana e rientra nel calendario italiano dell’Anno Europeo del Patrimonio Culturale. Foto @leonardo salvini