La
nuova Rainbow Warrior di
Greenpeace è
entrata in azione nel porto di La Spezia per chiedere al governo
italiano e all'Unione Europea di dare un segnale di cambiamento in
materia di politiche energetiche e protezione del clima.
Alcuni
attivisti dell’associazione hanno scalato una delle due gru che dal
molo del porto movimentano il carbone che alimenta la centrale
elettrica dell’Enel “Eugenio Montale”; sospesi dalle gru
hanno
aperto uno striscione di 100 metri quadri che sottolinea la
possibilità di
scegliere tra il problema – costituito oggi dalle
fonti energetiche fossili – e la soluzione, che sta nello sviluppo
delle fonti rinnovabili.
Su un secondo striscione in inglese si legge
“renewables +
efficiency = energy
indipendence”
(“rinnovabili + efficienza = indipendenza energetica”).
«Da settimane la crisi tra Russia
e Ucraina costringe l’Unione Europea a discutere di come aumentare
la propria indipendenza energetica.
L’unico modo sensato per farlo
è consegnare le fonti fossili al passato, una volta per tutte»,
dichiara
Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima
di Greenpeace. «Chiudere i rubinetti del gas russo, o fermare
l’import di carbone e petrolio da Mosca, solo per cambiare
fornitore
vorrebbe dire prolungare la nostra dipendenza energetica
ancora a lungo. Peggio ancora sarebbe provare a sfruttare più
intensamente le riserve fossili di cui disponiamo, alimentando il
cambiamento climatico e distruggendo l’ambiente.
Il futuro
dell’Europa può essere economicamente conveniente e sostenibile,
grazie a rinnovabili ed efficienza».
Mentre era in corso l’azione al
porto, un gruppo di attivisti ha aperto un altro striscione sul
nastro trasportatore del carbone che alimenta la centrale Enel, il
quale passa a pochi metri da una scuola dell’infanzia, nel
quartiere Fossamastra. Vi si legge
“Via il carbone dal nostro
futuro”, di fianco al disegno di un bambino che ha voluto così
raffigurare
l’inquinamento che la centrale a carbone causa alla sua
città.
Secondo un rapporto realizzato per
Greenpeace dall’Università di Stoccarda, la centrale a carbone di
La Spezia
causa oltre 70 morti premature l’anno. «Enel ha un nuovo
management che sembra voler cambiare radicalmente il corso
dell’azienda.
Ci aspettiamo che preveda un piano di dismissione
degli impianti più inquinanti e inefficienti, partendo anche da La
Spezia», conclude Boraschi.
L’Unione Europea deve sfruttare
l’insicurezza energetica determinatasi con la crisi ucraina per
accrescere la sua indipendenza attraverso lo sviluppo delle fonti
rinnovabili e dell’efficienza.
Greenpeace chiede al Consiglio dei
Ministri UE di prevedere un piano di profonda trasformazione del
sistema energetico europeo: e ritiene si debba fissare un obiettivo
vincolante di
riduzione delle emissioni di gas serra del 55 per cento
al 2030, sostenuto da obiettivi vincolanti di crescita delle energie
rinnovabili (45 per cento) e dell’efficienza (40 per cento).
Secondo uno studio presentato oggi da Greenpeace questi target
garantirebbero una
sostanziale diminuzione dell’importazione di
energia, fino al 45 per cento in più rispetto agli obiettivi
proposti dalla Commissione Europea.
Tra pochi giorni comincerà il
semestre italiano di presidenza dell’UE. Greenpeace chiede al primo
ministro Matteo Renzi di raccogliere la sfida dell’innovazione e di
fare tutto il possibile per accelerare la definizione di obiettivi
ambiziosi per la salvaguardia del clima.
Greenpeace rileva come, invece di
puntare su innovazione e occupazione,
il governo italiano stia
continuando a esprimere posizioni retrograde sui target climatici
dell’UE: boicotta le rinnovabili danneggiando consistenti
investimenti e rischiando molti posti di lavoro e, infine,
promuove
le trivellazioni offshore, da cui si attendono comunque risultati
relativamente modesti e pochi mesi di autonomia energetica a fronte
di rischi e impatti non calcolati e probabilmente incalcolabili su
settori economici importanti come turismo e pesca.
La
nuova Rainbow Warrior proseguirà nelle prossime settimane
il suo
tour “Non è un Paese per fossili”, per continuare a incontrare
le comunità locali colpite dalle fonti energetiche ‘sporche’.
Greenpeace, in occasione del tour, ha lanciato una
petizione online
(
http://www.greenpeace.org/italy/non-fossilizziamoci)
per chiedere ai cittadini di firmare una Dichiarazione di
Indipendenza dalle fonti fossili, in favore di energie rinnovabili ed
efficienza.
In pochi giorni la petizione ha già raccolto oltre 25
mila firme.
Felice D'Agostini