

Inaugura domani a Palazzo Reale la grande mostra sull'artista norvegese (1863-1944) che, come pochi altri, ha saputo dare voce ai sentimenti del soggetto. «Non dipingo ciò che vedo - ma ciò che ho visto», diceva. In mostra importanti opere del suo percorso che documentano la continua esplorazione della percezione visiva e il suo collegamento con l'animo umano. Indagato anche il suo rapporto con l'Italia


Inaugura domani a Palazzo Reale la grande mostra sull'artista norvegese (1863-1944) che, come pochi altri, ha saputo dare voce ai sentimenti del soggetto. «Non dipingo ciò che vedo - ma ciò che ho visto», diceva. In mostra importanti opere del suo percorso che documentano la continua esplorazione della percezione visiva e il suo collegamento con l'animo umano. Indagato anche il suo rapporto con l'Italia


Inaugura domani a Palazzo Reale la grande mostra sull'artista norvegese (1863-1944) che, come pochi altri, ha saputo dare voce ai sentimenti del soggetto. «Non dipingo ciò che vedo - ma ciò che ho visto», diceva. In mostra importanti opere del suo percorso che documentano la continua esplorazione della percezione visiva e il suo collegamento con l'animo umano. Indagato anche il suo rapporto con l'Italia


Inaugura domani a Palazzo Reale la grande mostra sull'artista norvegese (1863-1944) che, come pochi altri, ha saputo dare voce ai sentimenti del soggetto. «Non dipingo ciò che vedo - ma ciò che ho visto», diceva. In mostra importanti opere del suo percorso che documentano la continua esplorazione della percezione visiva e il suo collegamento con l'animo umano. Indagato anche il suo rapporto con l'Italia


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