Ma non è l’unica curiosità della tradizionale parata.
Il Palio di Lodi è anche l’unico in Italia dove fantini e cavalli non si fanno male. Una competizione che ha avuto, nel 2011, anche il riconoscimento da parte del Ministero del Turismo del marchio “Patrimonio d'Italia”, destinato alle feste popolari e alle tradizioni che contribuiscono a valorizzare l'immagine del Paese e a generare flussi turistici.
La manifestazione, infatti, si distingue per l’assoluto rispetto degli animali: nella “cursa dei cavai”, i concorrenti gareggiano spingendo un “finto cavallo” montato dal terzo componente della squadra.
La gara ha come protagonisti
“quadrupedi” di cartongesso, muniti di ruote di gomma, montati da un fantino e spinti a forza di braccia dai contradaioli. Il primo a tagliare il traguardo posto davanti al sagrato del Duomo si aggiudica l’ambito Gonfalone della Città di Lodi.
L’inserimento della squadra di rifugiati è una “prima volta”: una sfida nata all’interno del progetto del Centro di raccolta per il diritto al cibo (
retealimentarelodi.it) dove ogni giorno, sottolinea il responsabile del progetto
Lorenzo Musitelli, «sei ragazzi africani svolgono attività di volontariato consegnando il cibo che risulta in eccedenza nel territorio a famiglie, comunità, associazioni che ne hanno necessità dopo essere stato ritirato in supermercati ed esercizi commerciali di medie dimensioni».
Un progetto innovativo che mette insieme pubblico e privato sociale e che permette che ogni mese
venga data assistenza, con pacchi alimentari, a 1.800 famiglie e a oltre 40 comunità, mense e case accoglienza.
Sono cittadini del
Mali, della Guinea e del Gambia: Abdulrahman Siraj, Malik Sillah, Dowda Dem, Sumare Issa, Ibrahima Mane e Mani Brilmita che insieme al trainer,
Emanuele Giunta si sono preparati, da oltre un mese, per essere pronti alla gara svoltasi nella storica Piazza Vittoria di Lodi. Hanno “studiato” la piazza guardando i video su youtube e si sono allenati nelle serate precedenti la gara.
Il messaggio che Siraj, cittadino del Mali e fantino durante il palio, avrebbe voluto dare ai lodigiani in piazza al termine della gara mirava a evidenziare «l’importanza di essere stati protagonisti tra tanti amici, italiani e stranieri che ci hanno accolto e
a ringraziare per la bellissima opportunità che ci è stata offerta».
L’allenatore della squadra del Pratello, Emanuele Giunta, è orgoglioso dei sui “ragazzi” e racconta come è nata questa sfida: «Sono africani che lavorano nel quartiere all’interno del
progetto Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati), sono conosciuti tra i lodigiani e con questa competizione si sentono appieno cittadini di Lodi».
Il Palio è stato vinto dal Colle Eghezzone, che ha dominato questa 29° edizione. I ragazzi del Pratello speravano di vincere per dedicare il palio a tutti gli italiani. Sono arrivati settimi ex aequo con una altra squadra, ma hanno ricevuto l’applauso più significativo da parte del pubblico presente in piazza.
E questo rappresenta il premio più grande e tangibile che potessero ricevere in una giornata storica per la Città e per la sua manifestazione.
Andrea Ferrari