L'annuncio della salvezza, il rapporto con i pagani, la paura (della sofferenza, della morte), la preghiera, la misericordia di Dio, il perdono, la speranza. Durante l'udienza, Jorge Mario Bergoglio ha affrontato tutti questi temi partendo dall'esperienza del profeta Giona, il cui libro - lungo soltanto quattro capitoli - è una sorta di parabola portatrice di un grande insegnamento, quello della misericordia di Dio che riconcilia a sè tutti e ciascuno. Il Signore manda Giona nell'antica Ninive, ovvero l'odierna Mosul, nell'attuale Iraq. «Ninive, per un israelita come Giona, rappresentava una realtà minacciosa, il nemico che metteva in pericolo la stessa Gerusalemme, e dunque da distruggere, non certo da salvare», ha spiegato Francesco: «Perciò, quando Dio manda Giona a predicare in quella città, il profeta, che conosce la bontà del Signore e il suo desiderio di perdonare, cerca di sottrarsi al suo compito e fugge».
Durante la sua fuga – “fuga lontano, fuga sul serio, una fuga in Spagna”, ha aggiunto il Papa a braccio – Giona “entra in contatto con dei pagani, i marinai della nave su cui si era imbarcato per allontanarsi da Dio e dalla sua missione”. “Ed è proprio il comportamento di questi uomini, come poi sarà quello degli abitanti di Ninive – ha annunciato Francesco – che ci permette oggi di riflettere un poco sulla speranza che, davanti al pericolo e alla morte, si esprime in preghiera”.
«La reazione di questi “pagani” è la giusta reazione davanti alla morte, davanti al pericolo», ha osservato il Papa, «perché è allora che l’uomo fa completa esperienza della propria fragilità e del proprio bisogno di salvezza. L’istintivo orrore del morire svela la necessità di sperare nel Dio della vita. "Forse Dio si darà pensiero di noi e non periremo": sono le parole della speranza che diventa preghiera, quella supplica colma di angoscia che sale alle labbra dell’uomo davanti a un imminente pericolo di morte. Troppo facilmente noi disdegniamo il rivolgerci a Dio nel bisogno come se fosse solo una preghiera interessata, e perciò imperfetta. Ma Dio conosce la nostra debolezza, sa che ci ricordiamo di Lui per chiedere aiuto, e con il sorriso indulgente di un padre, Dio risponde benevolmente».
I momenti più intensi e significativi dell'incontro nelle fotografie dell'Osservatore Romano e delle agenzie Ansa e Reuters.