Al piano terra dell’enorme edificio distrutto ad Irpin, cittadina a Nord di Kyiv, alle porte della capitale ucraina, due muratori sono al lavoro tra le macerie. Sulla parte destra del palazzo ridotto a un ammasso di cemento bruciato dai bombardamenti che hanno martoriato questa comunità un anno fa, campeggiano due grandi insegne che indicano gli indirizzi ai quali rivolgersi e i relativi conti bancari a chi avesse intenzione di investire nella ricostruzione dell’edificio. Più avanti, una gru è al lavoro per portare via i detriti da un altro palazzo devastato. Si cerca di salvare il salvabile, di recuperare ciò che, nella distruzione, non è andato completamente perduto, le costruzioni che non hanno perso le fondamenta e che possono essere in qualche modo ristrutturate, riportate a nuova vita, abitate di nuovo. Il teatro comunale di Irpin è ancora in macerie. All’esterno, su una parete, compare un murales realizzato mesi fa dallo street artist italiano TvBoy. All’interno, della sontuosa sala al pianoterra e delle stanze al piano superiore collegate da um'imponente sono rimasti solo grandi cumuli di detriti. Sulla facciata esterna, un manifesto promuove un sito Internet (irpinhelp.com) dedicato agli aiuti per la ricostruzione della città.
Attraversando Bucha, il mercato locale è animato dal viavai di abitanti che fanno acquisti. Mentre i treni giallo-blu – i colori della bandiera ucraina – sfrecciano lungo la ferrovia. Il tragitto prosegue tra i palazzi distrutti di Borodyanka, dove il tempo sembra essersi fermato a un anno fa: in un edificio sventrato è rimasta la cucina, quasi intatta, così com’era prima dei bombardamenti. Accanto al palazzo, un giardino con i panni stesi e i giochi per i bambini. Protetto all'interno di una struttura, si può visitare uno dei murales che il famoso artista britannico Bansky ha dedicato a questa cittadina ferita. A pochi passi da qui, una lunga coda di persone aspetta di ricevere aiuti umanitari da una delle organizzazioni di volontariato attive qui. L’emergenza non è finita, la gente ha ancora bisogno di assistenza e aiuti. Ma a Irpin, Bucha, Borodyianka, dopo la devastazione e gli atroci massacri che hanno sconvolto il mondo, gli abitanti sono andati avanti con la loro vita, non hanno ceduto alla disperazione. Mentre la guerra prosegue, chi è rimasto e chi nel frattempo è tornato si è dato da fare per ristabilire una parvenza di quotidianità, per tentare la ricostruzione, a partire dagli edifici e dalle piccole attività economiche e commerciali. Per lavorare alla rinascita delle loro comunità.