La battaglia di Ilaria: «Mio fratello, morto d'ingiustizia, abbia giustizia»
03/11/2014
«Il procuratore Pignatone si è impegnato a rivedere tutti gli atti sin
dall'inizio». Sono le parole di Ilaria Cucchi dopo l'incontro, insieme ai
genitori, con il capo della Procura di Roma Giuseppe Pignatone durato una
decina di minuti. Poco prima del colloquio, la sorella di Stefano ha protestato
davanti agli uffici della Procura: «Mi aspetto che mio fratello, morto per
ingiustizia, abbia giustizia». Pignatone, nel ritenere inaccettabile una morte
come quella di Stefano Cucchi, ha espresso la disponibilità, di fronte a fatti
nuovi, a riaprire le indagini. Mostrando una gigantografia che ritrae il
fratello morto, Ilaria ha detto: «Questa è l'insufficienza di prove, lo Stato
non ha saputo garantire i diritti di mio fratello da vivo, ed ora non è in grado
di dire chi l'ha ridotto così. Basta guardare questa foto e riflettere». La
foto mostrata ai giornalisti fa parte di un gruppo di istantanee che la
famiglia mostrerà al procuratore nel tentativo di ottenere un'indagine bis sui
fatti avvenuti 5 anni fa. «Questo ragazzo non somiglia nemmeno lontanamente -
ha detto Ilaria mostrando dopo la foto del fratello morto un'altra in cui è
sorridente e in buona forma - a questo uscito di casa sei giorni prima vivo e
sulle sue gambe. Stefano è stato pestato e ci aspettiamo che il procuratore
assicuri i responsabili alla giustizia». Anche il padre Giovanni ha detto di
auspicare una riapertura delle indagini «alla luce degli errori commessi nel
corso dell'inchiesta giudiziaria»
Venerdì è arrivata l’assoluzione in appello di tutti gli imputati per la
morte di Stefano, il 33enne arrestato a Roma e poi deceduto per le percosse il
22 ottobre 2009, nel reparto di medicina protetta dell’ospedale Sandro Pertini.