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Home page>Foto e video>Foto>“Materiali di scarto”: d...

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Non esistono materiali di scarto. Ma soprattutto non esistono “vite di scarto”. Una persona senza fissa dimora, l'invisibile per antonomasia, può riprendere in mano la sua storia e darle una forma nuova, grazie a quella stessa creatività che in vecchi oggetti da buttare sa vedere arredi sacri e sculture. C'è tutto questo nel progetto “Materiali di scarto”, un'iniziativa coraggiosa quanto inedita, capace di unire arte e impegno sociale.
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Non esistono materiali di scarto. Ma soprattutto non esistono “vite di scarto”. Una persona senza fissa dimora, l'invisibile per antonomasia, può riprendere in mano la sua storia e darle una forma nuova, grazie a quella stessa creatività che in vecchi oggetti da buttare sa vedere arredi sacri e sculture. C'è tutto questo nel progetto “Materiali di scarto”, un'iniziativa coraggiosa quanto inedita, capace di unire arte e impegno sociale.
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Non esistono materiali di scarto. Ma soprattutto non esistono “vite di scarto”. Una persona senza fissa dimora, l'invisibile per antonomasia, può riprendere in mano la sua storia e darle una forma nuova, grazie a quella stessa creatività che in vecchi oggetti da buttare sa vedere arredi sacri e sculture. C'è tutto questo nel progetto “Materiali di scarto”, un'iniziativa coraggiosa quanto inedita, capace di unire arte e impegno sociale.
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Non esistono materiali di scarto. Ma soprattutto non esistono “vite di scarto”. Una persona senza fissa dimora, l'invisibile per antonomasia, può riprendere in mano la sua storia e darle una forma nuova, grazie a quella stessa creatività che in vecchi oggetti da buttare sa vedere arredi sacri e sculture. C'è tutto questo nel progetto “Materiali di scarto”, un'iniziativa coraggiosa quanto inedita, capace di unire arte e impegno sociale.
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Non esistono materiali di scarto. Ma soprattutto non esistono “vite di scarto”. Una persona senza fissa dimora, l'invisibile per antonomasia, può riprendere in mano la sua storia e darle una forma nuova, grazie a quella stessa creatività che in vecchi oggetti da buttare sa vedere arredi sacri e sculture. C'è tutto questo nel progetto “Materiali di scarto”, un'iniziativa coraggiosa quanto inedita, capace di unire arte e impegno sociale.
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Non esistono materiali di scarto. Ma soprattutto non esistono “vite di scarto”. Una persona senza fissa dimora, l'invisibile per antonomasia, può riprendere in mano la sua storia e darle una forma nuova, grazie a quella stessa creatività che in vecchi oggetti da buttare sa vedere arredi sacri e sculture. C'è tutto questo nel progetto “Materiali di scarto”, un'iniziativa coraggiosa quanto inedita, capace di unire arte e impegno sociale.
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Non esistono materiali di scarto. Ma soprattutto non esistono “vite di scarto”. Una persona senza fissa dimora, l'invisibile per antonomasia, può riprendere in mano la sua storia e darle una forma nuova, grazie a quella stessa creatività che in vecchi oggetti da buttare sa vedere arredi sacri e sculture. C'è tutto questo nel progetto “Materiali di scarto”, un'iniziativa coraggiosa quanto inedita, capace di unire arte e impegno sociale.
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“Materiali di scarto”: da clochard ad artisti
La sfida è iniziata nell'inverno del 2013, su impulso di un sacerdote torinese, don Giampaolo Pauletto, cappellano dell'ospedale Martini. Nei mesi freddi le sale d'attesa degli ospedali diventano un rifugio per chi ha perso tutto: la casa, il lavoro, gli affetti. Lì se non altro ci si può riparare dal gelo.

È così che don Giampaolo ha conosciuto i suoi amici: «Nel periodo natalizio mi è venuta l'idea di coinvolgerli per la realizzazione di un presepio. Pensavo che costruire insieme qualcosa di concreto potesse aiutare a vincere la noia e il senso di inutilità». Nel tempo, un passo alla volta, proprio come una scultura, il progetto ha preso forma: «Terminato il presepio abbiamo iniziato a lavorare nella cappella dell'ospedale: il crocifisso, l'ambone, poi altri arredi. E da allora non ci siamo più fermati».

Oggi “Materiali di scarto” è una fucina di idee sempre in fermento. Dalle mani di Gerlando, Antonio e Valentino (per ora i tre protagonisti del progetto, ma le porte sono sempre aperte a nuovi arrivi) escono opere di vario genere: sculture vere e proprie, quadri, oggetti sacri (recentemente ha preso vita il rivestimento per un altare), elementi decorativi e d'arredo per le abitazioni.

Il materiale preferito è il legno, ma ci sono anche lavori realizzati partendo da lamiere, iuta, stoffe. Alcune di queste opere sono state esposte a Paratissima, manifestazione torinese che rappresenta un punto di riferimento per l'arte contemporanea. Altre esposizioni sono state programmate in Piemonte e Valle d'Aosta. E a ogni occasione c'è chi acquista (o commissiona) qualcuno di questi oggetti per abbellire case e uffici, contribuendo così al progetto. 

Non solo: nei locali della parrocchia Gesù Buon Pastore, a Torino, dove don Pauletto opera come collaboratore parrocchiale, sono stati inaugurati il laboratorio e “La canonica dell'arte”, una mostra permanente, aperta tutti i pomeriggi a chi la stava cercando e a chi vi capita per caso.

È in questo luogo affascinante che incontriamo Gerlando, uno dei tre artisti. In parrocchia tutti ormai lo conoscono e gli vogliono bene. I suoi gesti, molto più di qualsiasi discorso, raccontano una speciale sensibilità per la bellezza: «Sono sempre stato appassionato di modellismo. In passato mi piaceva molto costruire velieri in miniatura. Qui ho trovato dei punti di riferimento e un'occasione per rimettermi in gioco: ora sto frequentando una scuola di scultura e di intaglio». E in seguito a un contatto con l'associazione Opportunanda Gerlando ha anche trovato una casa. 

Col tempo, alla squadra di lavoro si sono aggiunte nuove forze e sono nate collaborazioni con professionisti di vari ambiti. Prezioso l'apporto della scrittrice Maria Montano, che ha deciso di accostare all'arte figurativa quella della parola. Così le opere uscite dal laboratorio vengono “battezzate” e accompagnate da qualche verso, un'idea che piace molto a visitatori e acquirenti. Ne è nato un libro di poesie: “Ricomincio a volare” (Neos Edizioni). Al progetto si è anche interessato il regista cinematografico Corrado Franco e chi sa quante altre sorprese potranno arrivare nel tempo. Tutto partendo da un presepe in ospedale... 

Per maggiori informazioni è possibile consultare la pagina facebook “Materiali di Scarto”.  

Lorenzo Montanaro

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