«Oggi per noi ucraini non è un tempo normale, nonostante le nostre preghiere, stiamo vivendo un periodo molto difficile, il periodo della guerra, dell'invasione russa del nostro Paese. Una guerra inutile, ingiusta. Il popolo ucraino è un popolo pacifico e mai ha avanzato pretese da nessuno, per nessun metro quadrato di terra - ha detto il rettore della chiesa, don Marco, nel corso dell'omelia della prima domenica di Quaresima che nel rito ortodosso si celebra con particolare solennità - Probabilmente la nostra unica colpa, davanti al governo russo, è quella di volere essere europei». Mattarella ha assicurato il sostegno dell’Italia: «Faremo tutto quello che si può».
La Chiesa di Santa Sofia, chiesa nazionale a Roma degli ucraini, fa capo all'Esarcato Apostolico per i fedeli cattolici ucraini di rito bizantino residenti in Italia. L'Esarcato è stato eretto nel 2019 da papa Francesco. Dal 2020 Esarca Apostolico è Monsignor Paulo Dionisio Lachovicz. Cattedrale dell'Esarcato è la Chiesa dei Santi Sergio e Bacco, in Piazza della Madonna dei Monti.
In questi giorni, Santa Sofia e il suo comprensorio costituiscono il punto di raccolta e di stoccaggio degli aiuti alla popolazione ucraina, visibili anche all'esterno della chiesa e depositati anche nei locali parrocchiali. Al momento già 12 camion sono partiti per l'Ucraina con la collaborazione di diversi volontari. Lo scorso 3 marzo anche il cardinale Konrad Krajewski, Elemosiniere di Sua Santità, si è recato alla Basilica per recapitare materiale sanitario e generi di sussistenza.
Dal 2014 il rettore è don Marco Yaroslav Semehen, nato a Ternopil'(Ucraina) nel 1980, sacerdote dal 2008 e dal 2020 presidente dell'Associazione religiosa "Santa Sofia" per i cattolici ucraini, che ha sede presso la Basilica.