«La situazione», denuncia Medici senza frontiere, «è particolarmente preoccupante per le persone bloccate sulle isole greche, che vivono in tende in campi sovraffollati, e per quelle costrette a vivere in edifici abbandonati a Belgrado o che stanno ancora cercando di attraversare le frontiere lungo i Balcani». Le foto Reuters mostrano rifugiati siriani in un campo di accoglienza coperto di neve a nord di Atene e un gruppo di migranti che hanno trovato rifugio in un deposito doganale dismesso a Belgrado, dove ricevono aiuti alimentari durante una tempesta di neve. I migranti bloccati in Serbia sono oltre 7.500. I campi profughi sono sovraffollati e nella capitale serba almeno duemila persone, provenienti principalmente da Siria, Pakistan, Afghanistan e Iraq, hanno occupato strutture abbandonate nel centro della città, affrontando temperature che arrivano anche a meno 20 gradi. «Con l’accordo UE-Turchia e la chiusura ufficiale della rotta balcanica», dichiara Stefano Argenziano, coordinatore dei progetti di Msf per la migrazione, «l’Unione Europea ha deciso di trasformare l’intera regione in una barriera d’accesso, nel tentativo di bloccare l’afflusso di persone in cerca di protezione, che provengono da alcune delle zone di guerra oggi più attive».