La vedi e sai che questa foto scattata alla fine del mondo è già nella storia ancora prima di essere vista. Esiste da secoli prima che nascessero questa madre albina sulle rive del Lago Ciad e il suo bambino, vivrà per secoli dopo di loro, nella potenza dell’espressività che Abdoulaye Barry ha saputo cogliere, chissà se rendendosi conto o meno di catturare assieme alla loro vita anche la potenza di un’icona: c’è in questa immagine, impossibile non notarla per chi abbia negli occhi l’arte sacra delle nostre latitudini, l’inconografia di tutte le Madonne con Bambino di tutta la storia dell’arte cristiana, con la loro tenerezza, il loro manto blu, lo sguardo pacato e assorto di chi ha accettato mettendo al mondo e nascendo una strada in salita. Un’immagine che per la sua potenza e per la sua verità arriva a superare l’arte. Gli artisti, per rendere il sacro, hanno dipinto Madre e Bambino nello sfarzo e negli ori, ma il Vangelo racconta un’altra storia: la storia di una giovane Madre e di un Bambino per cui «non c’era posto nell’albergo», probabilmente molto più simili a questa mamma e a questo bambino, poveri e in fuga, dimenticati da tutti, che alle pale d’altare troppo dorate per sembrare vere.
Questa e altre immagini si potranno vedere dal 2 novembre alle 18.00 al 19 novembre a Milano nella mostra “Popoli del Lago Ciad. Una crisi umanitaria vista dall’interno” organizzata allo Spazio MiFAC via Santa Marta 18, da Vita, in collaborazione con Coopi e il sostegno dell’Aics. Attraverso lo sguardo del fotografo ciadiano Abdoulaye Barry, la mostra si propone di accendere un riflettore su un’emergenza “dimenticata”, tra le più gravi al mondo, attraverso lo sguardo di chi la vive ogni giorno tra le mura di casa propria. Sono oltre 10 milioni gli uomini, le donne e i bambini afflitti dalle violenze scoppiate con la nascita del gruppo terroristico nigeriano Boko Haram, un conflitto che ha avuto un tragico effetto domino, creando 2,4 milioni di sfollati e mettendo 7 milioni di persone a rischio di insicurezza alimentare e 120mila a rischio carestia.