Reportage tra gli Invisibili di Margherita Lazzati
09/06/2015Un libro e una mostra che racconta una Milano diversa, nella quale compaiono anche gli “ultimi”, quelli che la città spesso non vede, o non si accorge di avere tra le proprie vie e i propri monumenti.
Sin dagli esordi Margherita Lazzati si occupa di fotografia. Solo dal 2008 sviluppa la sua ricerca fotografica per temi presentati in mostre, pubblicazioni e calendari realizzati con il concorso poetico tra le persone detenute nel carcere di Opera al Laboratorio di Lettura e Scrittura Creativa fondato da Silvana Ceruti (Ambrogino d’Oro), queste persone hanno avuto l’opportunità di rendere visibili a se stessi e nella società civile i loro talenti nascosti della poesia.
Mercoledì 27 maggio 2015 presso la Casa dei Diritti di via De Amicis 10 a Milano è stato presentato il libro Visibili. inVisibili. Reportage (Edito da La Vita Felice). Un vero reportage realizzato da Margherita Lazzati con la presentazione di Marco Garzonio e l’introduzione di Salvatore Natoli.
Il libro pubblica 56 fotografie realizzate per Milano (ne vediamo alcune in questa gallery).
La Casa dei Diritti è nata per volere del Comune di Milano nel dicembre 2013. È sede di servizi e sportelli gratuiti per la tutela della persona e la difesa contro ogni discriminazione, uno spazio di confronto per promuovere politiche di inclusione sociale e di pari opportunità per tutti e tutte.
Utilizzando una semplice macchina digitale Margherita Lazzati ha realizzato una visione particolare di Milano, città che ama molto. Ha fotografato «architetture», dice, «che conosciamo bene (Teatro alla Scala, Duomo, Galleria Vittorio Emanuele), ma viste con occhio particolare, vie note, come via Solferino, in cui in breve tempo l’orizzonte è cambiato». Altri scatti sulla volta del Duomo. Ma, soprattutto, ha cercato le presenze invisibili, ossia quelli che la gente chiama, con un orribile termine, barboni o, più diplomaticamente, clochard. Maria Teresa Celotti, nella poesia Guardare e non vedere dice «Milano è veloce, non perde tempo, non si accorge di quello che ha. La gente si sposta, cammina in fretta, a volte non guarda, spesso non vede. Timorosi di incontrare sguardi teniamo gli occhi bassi. Da cosa fuggiamo? Da quello che potremmo vedere oltre gli occhi?».
Quelli di Margherita si sono fermati nella città «disseminata di grovigli umani, sguardi smarriti che interpellano le nostre coscienze» troppo indifferenti. Un tentativo di relazionarsi con gli invisibili alla Stazione Centrale, in via Broletto, all’Odeon, in via delle Erbe, via Oscuri, via San Camilero, piazza Castello, via Mercanti, piazza Vetra e Largo dei Bersaglieri.
Durante il Laboratorio, a porte chiuse con la presenza dell’Assessore Pierfrancseco Majorino, Margherita Lazzati ha chiesto agli amici e persone detenute presenti un commento alle fotografie esposte. Calogero, 41 anni passati in istituti di pena, scrive: «Notte! Per strada la mia casa, di cemento il letto, solo il sole come coperta. Il ristorante? Quel bel cesto della mondezza e l’erba del prato a dissetarmi. Rallegrato dal suono di una fisarmonica vedo il suonatore con la valigia aperta e vuota nell’attesa di riempirla di speranza. Una parete piena di buchi, mai però come nel mio cuore. Domani, forse, avrò migliore fortuna, notte, notte… è sempre notte… Ecco l’incubo da superare».
Per Marco Garzonio la città di Milano ha due cuori. «Un cuore è visibile, l’altro è invisibile […]. È un segno indelebile, che molti, in numerosi occasioni e variegati settori hanno cercato e cercano di offuscare, di stravolgere, di rendere irriconoscibile, ma che nessuno riuscirà mai a cancellare. Di lì tocca ripartire. È il mito di Milano, che ogni generazione e ogni tempo reinterpretano, tengono vivo, rendono attuale, duraturo. E rigenerante»
Silvio Mengotto
* M. Lazzati, Visibili. inVisibili. reportage, Edit. La Vita Felice, Milano, 2015, Euro 20.00.