Rohingya, l'Onu denuncia il genocidio e attacca Aung San Suu Kyi
31/08/2018A un anno dall'inizio dell'esodo verso il Bangladesh della minoranza musulmana perseguitata in Myamnar, l'Alto commissario delle Nazioni unite per i diritti umani uscente Zeid Ra'ad al Hussein afferma che la leader birmana avrebbe dovuto dimettersi di fronte alle violenze compiute dai militari (foto Reuters).
La leader birmana e Premio Nobel per la pace nel 1991 è nella bufera. Un rapporto delle Nazioni unite critica con durezza la leader del Myanmar per non aver condannato le violenze perpetrate dall'esercito birmano contro i Rohingya e per la prima volta usa la parola "genocidio" in riferimento al massacro della minoranza musulmana. Il report chiede che il capo delle forze militari e altri cinque alti ufficiali vengano incriminati dalla giustizia internazionale per genocidio e crimini contro l'umanità. Il capo della missione dell'Onu che ha condotto le indagini e stilato il report, Marzuki Darusman, ha spiegato a Ginevra che i ricercatori hanno raccolto prove basate su 875 interviste a vittime e testimoni, foto, video, immagini satellitari. Ad agosto del 2017 l'esecito birmano ha cominciato una violenta campagna di repressione che ha portato i Rohingya all'esodo di massa. Nel corso di un anno, 700mila persone sono state costrette a fuggire nel vicino Bangladesh, accolte per la maggior parte nei campi profughi di Cox's Bazar, città nel Golfo del Bengala. Le immagini Reuters mostrano i Rohingya nei campi profughi, le manifestazioni di protesta nel primo anniversario del loro esodo, Marzuki Darusman e i responsabili della missione Onu a Ginevra e l'attrice Premio Oscar Cate Blanchett, ambasciatrice di buona volontà dell'Unhcr, a New York durante un'assemblea del Consiglio di sicurezza dell'Onu sul Myanmar e la questione dei Rohingya.