San Gennaro, si ripete il miracolo del sangue. Il card. Sepe: «I mercanti di morte non prevarranno»
19/09/2016
Si è ripetuto anche quest’anno il prodigio del miracolo di San Gennaro. L'annuncio della liquefazione del sangue, dato alle 10:38 dal cardinale di Napoli Crescenzio Sepe, è stato accolto da un lungo applauso dei fedeli che affollavano il Duomo di Napoli dalle prime ore della mattina. Il ripetersi del miracolo è letto come un buon auspicio per la città di Napoli e per l'intera regione Campania. Il miracolo avviene tre volte: il 19 settembre, memoria di San Gennaro, nel sabato che precede la prima domenica di maggio e a dicembre. «Serve un visione complessiva e alta della città, pensando al suo futuro, oltre le emergenze», ha detto Sepe durante l'omelia letta di fronte alle massime autorità amministrative locali, dal presidente della Regione, De Luca, al sindaco di Napoli De Magistris. «C'è chi continua ad amare Napoli - ha affermato - con onestà con civismo tendendo la mano a chi ne ha bisogno per non sciupare le sue bellezze». «Napoli non ha mai fatto mancare vento alla bandiera della speranza». Per Napoli, Sepe ha auspicato «una chiesa e una città tanto piene di misericordia da far cadere le braccia di chi ancora impugna armi o ? pronto a farlo, facendosi schiavo della violenza e dell'odio, tradendo se stesso e la città. Questa è l'opera che la mia Chiesa vorrebbe consegnare al mondo». «La mancanza di lavoro è la causa della grave crisi di legalità che attanaglia mortalmente la città», ha ricordato il Cardinale. «La mancanza di lavoro provoca criminalità e garantisce l'organizzazione della malavita che facilmente arruola ragazzi nelle file del crimine. È purtroppo questa la rappresentazione che alcuni fanno della nostra città - ha sottolineato - che viene umiliata e privata di una verità più autentica di se stessa e delle sue grandi risorse ed eccellenze». Poi ha concluso: «I mercanti di morte e i meschini professionisti della violenza non prevarranno sulla dignità, la pace e la civile convivenza del nostro popolo. Il crimine organizzato è la piaga più purulenta da estirpare perché capace di contaminare e offendere un corpo sociale già debole e provato». Sepe ha sottolineato che costoro «dovranno arrendersi dinanzi a quegli uomini di buona volontà, e ce ne sono, che lavorano ogni giorno per mantenere viva la speranza». In Duomo c’erano anche il principe Carlo e Camilla di Borbone. «Una festa vissuta da tutti e sentita in tutto il mondo - ha commentato il principe - siamo spesso a Napoli per l'attaccamento che abbiamo alla città». Insieme con Carlo di Borbone anche la moglie e le figlie. «Qui c'è un affetto che ricambiamo - ha affermato Camilla - per un legame viscerale con la città a cui va il nostro abbraccio»